Strada San Germano Aps
Strada San Germano APS nasce nel 2016, nel Comune di Tavullia (PU) ed è il punto di arrivo di un percorso formativo iniziato nel 1999 che si è snodato negli anni tra centri estivi, ludoteche, spettacoli, festival e organizzazione di eventi.
Seppur giovanissima ha alle spalle una esperienza consolidata di attività rivolte all’infanzia, alle famiglie e ai giovani ed è una vera e propria “culla” dove far crescere idee e progetti con laboratori, incontri, visite didattiche e momenti di festa.
Da anni il suo presidente, Alex Gabellini, lavora in ambito teatrale/sociale/culturale, con importanti realtà nazionali: ATER Fondazione, Riccione Teatro, Federazione nazionale VIP Clown, organizza e gestisce per diverse amministrazioni comunali rassegne per famiglie, grandi eventi e realizza progetti speciali, come “La Notte Rosa dei Bambini”.
A San Germano, negli anni, abbiamo realizzato un’area spettacoli, che in modo naturale può accogliere diverse centinaia di persone, un arboreto che sarà inaugurato a metà del mese di ottobre 2020, grazie ad una raccolta fondi nazionale che ci permetterà di piantumare 200 alberi di varie specie tra cui tigli, noci, mandorli, noccioli, gelsi, acacie, alberi del miele e corbezzoli.
L’associazione culturale San Germano ha, inoltre, un orto biologico di 600mq, un frutteto che ospita varietà rare e antichi frutti, un uliveto con 60 alberi e un piccolo apiario.
Un segnale di vitalità di una piccola comunità che ancora crede nell’importanza educativa dello stare insieme socializzando.
L’associazione San Germano è passione, creatività e sostenibilità ed è stata scelta negli ultimi 3 anni da oltre 60 scuole della provincia di Pesaro e Rimini come meta ideale per uscite didattiche con classi della scuola dell’infanzia e primaria, consentendo a bambini e insegnanti di gustare una giornata all’aria aperta tra giochi in legno, percorsi teatralizzati itineranti, laboratori di manualità e gioco libero.
Intervista ad ALEX GABELLINI
Ciao Alex, tu hai organizzato tanti eventi, però adesso hai una realtà, secondo me molto interessante, diversa rispetto alle varie rassegne che conosciamo. Adesso io ti chiederei di dire quello che facevi per poi parlare del tuo progetto attuale.
La mia attività nasce nel 1998 con una compagnia di strada e per più di vent’anni ho lavorato nell’ambito del teatro di strada, con la Compagnia dei Ciarlatani fino al 2017. Con questa compagnia ho girato molto l’Italia e diversi paesi del Mondo e contemporaneamente organizzavo anche spettacoli e rassegne.
Il punto di svolta, il cambio della mia vita, il passaggio dall’arte girovaga all’arte stanziale è stata la nascita di mia figlia nel 2015 e sempre quell’anno mi sono spostato da Riccione, città di mare, alla prima collina marchigiana, Tavullia, la città di Valentino Rossi.
Avevo ben chiaro le idee: volevo far nascere in campagna qualcosa che fosse il frutto del mio percorso artistico che avevo seguito fino a quel punto. Piano piano, a distanza di 8 anni da quell’idea, da quel trasferimento, è nato un centro culturale: “STRADA SAN GERMANO APS, Centro culturale Roby” che lavora prevalentemente con le scuole dell’infanzia, scuole primarie, famiglie e ospita momenti con ragazzi speciali. È un mondo che viaggia parallelamente tra Teatro, infanzia e campagna perché c’è una radice forte con l’orto biologico, l’apiario, l’uliveto, il frutteto con gli antichi frutti e tutto questo, anche se sembra difficile e complicato, si intreccia meravigliosamente, la campagna si intreccia con il teatro e con l’infanzia.
Questo è vero, anche io come PALCOSCENICO PER I RAGAZZI che da 35 anni organizza una rassegna con spettacoli realizzati dai ragazzi di ben 29 comuni della zona, da quest’anno, oltre ai laboratori di teatro, le insegnanti possono scegliere dei laboratori di orto e di vivaio. È un’esperienza sensoriale, di contatto con gli alberi, per sentire gli effetti musicali delle piante
Si intreccia tutto, così è difficile avere sempre e solo un’unica idea e portare avanti quella e basta. Quando ti trovi in un posto nuovo, in un luogo abbandonando, il tuo sapere precedente lo affronti in modo diverso, hai tante cose da scoprire, ti si apre un mondo che è fatto di conoscenze, di ricerca, di voglia di fare.
Però tu, a questo punto devi dare una disponibilità forte perché tu devi cominciare daccapo, partire quasi da zero, con nuove persone e nuove realtà. Quindi è meglio la realtà marchigiana o la realtà romagnola?
Sono due realtà completamente diverse quando io mi sono ritrovato sulla prima collina marchigiana, (ma in realtà la Romagna è a 6 km) il commento che ho fatto più spesso è stato: Berlino est – Berlino ovest. Perché in Romagna se avessi avuto un’idea avresti trovato molte persone pronte ad appoggiarla e a farla diventare realtà. Nel comune di Tavullia, a 6 km dal confine con la Romagna, era tutto spostato in un’altra direzione, che è quella dei motori.
Però noi, nel nostro piccolo, in questi ultimi anni, anche a seguito del covid, abbiamo instaurato un dialogo proficuo con i servizi sociali ed educativi del Comune e siamo riusciti a mettere in piedi importanti progetti territoriali.
Venendo dall’esperienza teatrale, che è quella che interessa maggiormente ai soci di Utopia, la tua nuova esperienza di teatro e ambiente, che stai facendo ora, ha delle differenze interessanti e apre un percorso nuovo ?
Apre un percorso nel quale si possono intrecciare le cose, prima vanno vissute e conosciute. Teatro e campagna possono dialogare benissimo, sia perché gli spettacoli possono essere fruiti e vissuti anche in un contenitore aperto, sia perché tutto quello che ti regala in più la campagna è esportabile e modulabile anche in uno spettacolo. Tantissime cose che ti insegna la Natura, gli animali ecc. possono essere fonte di ispirazione.
Quindi tu cosa fai?
Io sono un contadino settantenne che racconta semplicemente fatti realmente accaduti a San Germano, accaduti in questi anni , la volpe che ha mangiato le galline, lo scoiattolo che puntualmente alle 6 del mattino è sulla grande quercia, quindi uso i fatti realmente accaduti in quel luogo che con l’aiuto di narrazione, micromagia, giocoleria, diventa un vero e proprio spettacolo che ha degli elementi circensi. La base forte è la narrazione ed è itinerante, parte da un punto e con tre tappe, in modo che i bambini e le insegnanti possano vedere tutta l’area, che poi avranno a disposizione per il gioco e durante la giornata. Con queste tre tappe i bambini hanno la possibilità di vedere i luoghi, sentire le storie, vedere numeri a effetto.
In questa narrazione sei solo tu, non hai creato una compagnia?
Si le narrazioni le faccio io. Non ho una compagnia ma una compagna, mia moglie Cinzia Gessi che in tutto questo progetto, oltre ad affiancarmi nelle attività ludiche e didattiche con le scuole, sta recuperando le antiche tecniche di tessitura. Da oltre dieci anni, crea a telaio manufatti per la casa, strofinacci, asciugamani, sciarpe e mantelli.
Quale è il tuo sogno, cosa vorresti fare “da grande”
Io ho un pallino fisso- che tra un po’ di anni dovrò realizzare- cioè, prendere un attestato per poter lavorare con gli asini. Per quello che riguarda invece il centro culturale mi auguro che possa continuare quello che sta facendo adesso, ma con una sua autonomia e diventare autosufficiente. Lo siamo già, in buona parte, per quello che riguarda il cibo, l’orto, l’uliveto, l’apiario, però vorrei che diventasse autonomo anche dal punto di vista economico. Il nostro obbiettivo è comunque continuare a lavorare con l’infanzia e con tutte le situazioni di disagio, di difficoltà, che in questi anni sono aumentati.
Io sono sempre stato un organizzatore indipendente. Quando abitavo in Romagna lavoravo prevalentemente in questa Regione ma solo con le mie forze. In Romagna moltissimi spazi teatrali ma le compagnie che gestiscono quegli spazi sono purtroppo solo cinque o sei, e sempre quelle.
C’è una fetta di artisti meno visibili che non riescono a partecipare, magari alle vetrine, perché all’inizio molti non gli danno credito, ma hanno delle qualità straordinarie. Io nelle mie vetrine, come indipendente, cerco di dare un’opportunità anche ad artisti meno visibili.
Intervista a cura di Roberto Sala