Per la quinta volta Palla al Centro, dal 9 al 12 luglio è tornata a Pescara. La vetrina, che riunisce Abruzzo, Marche, e Umbria, ha visto il susseguirsi di ben 17 spettacoli, anzi 16 visto che, purtroppo, uno è saltato, presentati in vari spazi, dall’Auditorium Flaiano al Florian Espace, dall’Auditorium Cerulli allo Spazio Matta, con una tappa speciale per due rappresentazioni nella bella Città Sant’Angelo. L’accoglienza del Teatro Florian è stata calorosa, dai responsabili a tutto il personale che ci ha coccolati in ogni momento, nonostante il caldo soffocante che ha non ci ha mai abbandonati. Grazie, care amiche e amici, grazie davvero!
Passiamo ora a esaminare gli spettacoli, nell’ordine in cui sono stati presentati:
IL MAGICO OSCAR NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE di Cantieri di Illusioni di Lanciano.
In scena troviamo Oscar Strizzi, illusionista performer come lui stesso si definisce, che ci ha intrattenuti con una fantasia di numeri: un po’ di magia, disegni con la sabbia, giocoleria e giochi di ombre. Uno spettacolo che si osserva con un sorriso, soprattutto durante le ombre cinesi create con le mani.
IL RACCONTO DELLA PRINCIPESSA GUERRIERA della compagnia Giglio-Prosperi di Ciampino.
I due attori protagonisti ci hanno condotto in un viaggio narrativo utilizzando due tavoli e un grande drappo rosso. La storia è quella di un padre che cerca di leggere al figlio la stessa storia che suo padre aveva raccontato a lui, ma il libro sembra introvabile o, una volta trovato, i fatti non corrispondono ai ricordi. Gli attori salgono e scendono dai tavoli che si trasformano in gabbie, torri e altro ancora. Sebbene la performance sia costruita con precisione, a mio parere manca di emozioni e coinvolgimento. Sarebbe utile una regia che riorganizzi il testo e faccia emergere l’anima della narrazione più della tecnica.
LA MANDRAGOLA di Stivalaccio Teatro di Vicenza.
La prima giornata si è conclusa in un tripudio di allegria grazie alla performance della compagnia vicentina Stivalaccio Teatro. Sebbene alcune compagnie siano invitate da fuori le tre regioni centrali, in questo caso la scelta si è rivelata particolarmente azzeccata. Lo spettacolo ha deliziato il pubblico con una brillante rivisitazione della celebre commedia di Machiavelli, arricchita dalla regia e dall’originale canovaccio del geniale Michele Mori. In pieno stile commedia dell’arte, la rappresentazione ha utilizzato maschere e suoni eseguiti dal vivo dai cinque talentuosi attori. Sul palco, i protagonisti si sono esibiti con energia e passione, regalando al pubblico una storia resa ancor più spassosa e ricca di battute, riferimenti colti (con Dante tra i protagonisti) e canti. Gli attori hanno dimostrato una maestria notevole nell’uso delle maschere e nella recitazione, oltre a sfoggiare eccellenti doti canore. Grazie a loro, abbiamo vissuto un’ora di puro e intelligente divertimento.
GOCCIA DOPO GOCCIA del Teatro Giovani-Teatro Pirata di Jesi.
“Goccia Dopo Goccia” è uno spettacolo che celebra la straordinaria vicenda del medico italiano Carlo Urbani, il quale, nel 2003, si distinse per il suo eroico intervento nel fermare l’epidemia di SARS. Questo tributo, scritto da Francesco Niccolini e diretto con maestria da Simone Guerra, prende vita grazie all’interpretazione dell’attore Sandro Fabiani.
Sotto un imponente e scintillante mappamondo, Fabiani ci guida con passione e coinvolgimento attraverso la vita e le gesta di questo medico-eroe, la cui dedizione e coraggio hanno avuto un impatto inestimabile sull’umanità. L’atmosfera è arricchita da una scenografia che, con il suo splendore e simbolismo, accentua il messaggio universale dello spettacolo.
Fabiani, con una voce potente e appassionata, riesce a evocare l’umanità e il sacrificio di Urbani. Attraverso una serie di immagini suggestive e una narrazione intensa, l’attore riesce a trasmettere l’essenza del messaggio di Urbani: la convinzione che ciascuno di noi possa e debba fare la propria parte per migliorare il mondo, una “goccia” alla volta. La regia di Simone Guerra e la scrittura di Francesco Niccolini lavorano in perfetta sinergia: ogni scena è pensata per riflettere non solo la realtà storica, ma anche il valore del contributo individuale nel contesto di sfide globali. Il mappamondo scintillante non è solo un elemento scenografico, ma un simbolo potente del nostro interconnesso pianeta e delle responsabilità che ne derivano.
“Goccia dopo Goccia” non è solo una celebrazione della vita e del lavoro di Carlo Urbani, ma anche un appello a ciascuno di noi per essere parte del cambiamento nella costruzione di un mondo migliore.
IL RIFUGIO SEGRETO di TSA/Fantacadabra di L’Aquila-Sulmona
Due giovani donne si ritrovano nel loro “rifugio segreto” dell’infanzia, un luogo simbolico e carico di ricordi dove possono lasciarsi andare e rievocare momenti significativi della loro crescita. Questo spazio intimo e nostalgico diventa il punto di partenza per un viaggio che le porta a riflettere su temi universali come la scuola, la paura, la felicità, la guerra, il dolore e l’amore.
La rappresentazione si sviluppa attraverso un intreccio di episodi e situazioni che esplorano le esperienze comuni a tutti i bambini del mondo, trasmettendo un senso di familiarità e riconoscimento. Le due protagoniste evocano le gioie e le difficoltà dell’infanzia, in una scenografia che rappresenta
un luogo sicuro e accogliente dove i ricordi possono prendere vita. Gli oggetti di scena e le ambientazioni minimaliste sono usati per trasportare il pubblico nei vari momenti del passato delle protagoniste, in un viaggio nel tempo e nello spazio che invita a riflettere sulla nostra crescita personale e sulle relazioni che ci hanno plasmato.
ALE E I BOSCHI di La Piccionaia di Vicenza
In “Ale e i Boschi,” due fratelli si avventurano in montagna, accompagnati dalla loro zia, che è una guardia forestale (rappresentata da un disegno su una sagoma di cartone), e dal loro fedele cane (anche lui disegnato sul cartone). Le loro escursioni diventano un viaggio di scoperta e meraviglia, immersi nella bellezza incontaminata della natura selvaggia. Ogni passo lungo i sentieri di montagna, ogni gioco nelle malghe, e ogni nuova scoperta delle impronte degli animali e dei segreti nascosti nel bosco sono narrati con semplicità a ricordare che l’incanto della natura non ha bisogno di effetti speciali o complicazioni.
SEGGIOLINE – PER DIVENTARE GRANDI di Teatro Telaio di Brescia
Uno spettacolo straordinariamente bello, perfetto anche per i più piccoli. In scena, i talentuosi attori Michele Beltrami e Paola Cannizzaro dimostrano una padronanza eccezionale dei tempi teatrali e delle corde della comicità, mantenendo sempre viva e vibrante l’attenzione del pubblico.
Le due lampade sul viso di Paola, cioè i suoi grandi occhi di un azzurro intenso e vivissimo, illuminano la scena più dei riflettori stessi, creando un effetto scenico magico e suggestivo. L’abilità dei due attori nel coinvolgere il pubblico è evidente, trasformando ogni movimento e parola in un momento di pura emozione e divertimento.
La bravura degli attori si unisce a un’idea scenografica semplice ma efficace: le seggioline rosse, costruite con precisione e maestria da Michele, falegname meticoloso e ordinato, e i sacchetti colorati di Paola, che aggiungono un tocco di vivacità e sorpresa. Questi elementi scenici non solo catturano l’attenzione, ma stimolano l’immaginazione, creando attesa, curiosità ed emozione in un pubblico di tutte le età. Lo spettacolo riesce a toccare temi universali come la crescita, la scoperta e il cambiamento, con una leggerezza e una profondità che affascinano e commuovono. Ogni scena è pensata per evocare ricordi e sensazioni, portando gli spettatori in un viaggio emotivo che li fa sentire parte integrante della storia.
UNO, DUE, TRE… CANTATE CON ME del Teatro Verde di Roma
Diego Di Vella conquista il pubblico fin dalle prime note del suo ukulele, accompagnato da filastrocche divertenti e coinvolgenti. La sua abilità di musicista e performer brilla in questo spettacolo, rendendolo una bella esperienza per i bambini e piacevole per gli adulti. I piccoli spettatori restano immediatamente affascinati dalla scenografia imponente e colorata, che cattura l’immaginazione e prepara il terreno per le molteplici sorprese che lo spettacolo ha in serbo.
Uno degli elementi più affascinanti sono i numerosi personaggi che appaiono in scena: pupazzi di animali e mostri che, con la loro buffa e affascinante presenza, formano una divertente orchestra. Questi pupazzi non sono solo decorazioni, ma veri e propri protagonisti che interagiscono con Diego e il pubblico, creando un’atmosfera di gioco e fantasia.
La musica è il cuore pulsante dello spettacolo. Con una varietà di canzoni e filastrocche da cantare insieme, Diego riesce a creare un ambiente di allegria e partecipazione. La sua voce, potente e melodiosa, riesce a coinvolgere sia i grandi che i piccini, invitandoli a cantare e a partecipare attivamente. Le melodie orecchiabili e i testi divertenti rendono ogni momento dello spettacolo un’occasione per sorridere e divertirsi.
Lo spettacolo è perfetto per una giornata estiva, con la sua atmosfera luminosa e spensierata. È un’occasione per le famiglie di condividere un’esperienza piacevole e formativa, che va oltre il semplice intrattenimento.
LA FAVOLA DELLE NUVOLE E DEL PROFUMO di Proscenio Teatro di Fermo. Allora, faccio molta fatica a parlare dello spettacolo (che ha avuto la sfortuna di un microfono graffiante per tutto lo spettacolo, cosa che ha certamente innervositi i due attori). È che negli occhi e nel cuore ho ancora la prima versione, quella che molti anni fa, a Padova, ha vinto tutti i premi vincibili al Festival Nazionale del Teatro per i Ragazzi, quella che in scena vedeva due attori impareggiabili e una scenografia altrettanto perfetta. Non sono riuscita a resettare quel ricordo, quindi l’autore e regista Marco Renzi (allora meravigliosamente in scena) mi perdonerà se mi fermo qui.
LA SIRENETTA di Teatro Evento/Centro Teatrale Minimo di Modena
La storia della sirenetta viene narrata magistralmente dall’attrice Alessandra Tomassini Stabile, che con il suo talento riesce a trasportare il pubblico nell’incantevole mondo sottomarino creato da Hans Christian Andersen. Con un costume affascinante e curato nei dettagli, Alessandra dà vita alla celebre fiaba con una capacità interpretativa e un coinvolgimento davvero di qualità.
Ogni passaggio della storia è accompagnato da una voce espressiva, intonazioni variate e movimenti fluidi che riescono a creare immagini vivide nella mente degli spettatori: ci sentiamo davvero sotto il mare, avvolti dalle onde, e poi sulla riva, accanto alla sirenetta nei suoi momenti di gioia, dolore e delusione. La sua interpretazione riesce a farci partecipare intensamente alle emozioni della protagonista, facendoci vivere le sue speranze, i suoi sogni e le sue sofferenze.
Anche gli effetti sonori contribuiscono in modo significativo a creare l’atmosfera magica della fiaba. Le luci soffuse e i suoni evocativi del mare completano l’interpretazione di Alessandra, rendendo ogni scena ancora più coinvolgente e suggestiva.
TRUTH-ING di Arterie di Pescara
“Truth-ing” è uno spettacolo non propriamente di teatro tradizionale, integrando l’uso del digitale e dei video registrati con l’interazione dal vivo. Una delle performer utilizza una telecamera in diretta per fare incursioni in scena, mentre una narratrice guida il pubblico attraverso la storia. Ma di chi è questa storia? Di eroi? La prima domanda rivolta al pubblico è se qualcuno conosce un eroe, un quesito che evoca immediatamente immagini dei soliti personaggi dei fumetti o dello schermo. Penso a un eroe vero, in carne ed ossa, assolutamente umano fino al midollo, che conosco personalmente… ma non ho alzato la mano. Nonostante la premessa e la commistione di tecniche narrative, ho trovato difficile mantenere l’interesse. L’esperienza è risultata più simile a un saggio scolastico che a una performance teatrale avvincente. La mancanza di coinvolgimento emotivo e l’eccessiva enfasi sulla componente tecnica hanno reso difficile per me apprezzare appieno l’intento dello spettacolo che non ha raggiunto l’efficacia sperata.
TUTTATESTA di Fontemaggiore di Perugia.
Assurdo, pazzo, inaspettato e incredibilmente divertente. L’idea di Davide Calvaresi di affrontare temi come il razzismo, la diffidenza e il concetto di “diverso” è davvero unica e innovativa. Immaginate un paese, Tutratesta, popolato da individui con teste tutte uguali, seppur caratterizzate da diverse espressioni e smorfie. La tranquillità di questo mondo viene scossa dall’arrivo di un’altra testa, diversa da tutte le altre, che porta con sé un messaggio di diversità e inclusione.
La trama si sviluppa attraverso dialoghi brillanti e giochi di parole che riescono a catturare l’attenzione del pubblico, offrendo momenti di riflessione e risate. Le strane facce e teste che compaiono sulle varie piccole e grandi valige utilizzate nella scenografia aggiungono un elemento di sorpresa e curiosità che mantiene alta l’attenzione degli spettatori dall’inizio alla fine.
L’ingegnosità di Calvaresi risiede nella capacità di trattare argomenti seri e complessi con leggerezza e umorismo, rendendo il messaggio accessibile a un pubblico di tutte le età. La performance è un continuo susseguirsi di trovate originali e situazioni paradossali che, pur nella loro assurdità, riflettono profondamente sulla realtà e sui pregiudizi che spesso accompagnano il concetto di diversità.
Non voglio svelare troppo, ma posso assicurare che “Tuttatesta” è uno spettacolo che vale la pena di vedere. Le conversazioni surreali, i giochi di parole ingegnosi e le buffe teste che animano la scena sono elementi che resteranno impressi nella memoria. Curiosi di scoprire di più? Lasciatevi trasportare nel mondo stravagante di Tuttatesta e preparatevi a essere sorpresi e divertiti da questa rappresentazione.
IO COME LEI di ATIR di Milano
Ovvio, caro autore e regista Giuseppe Di Bella: lavorare con due attrici di talento come Chiara Stoppa (un cognome che è già una garanzia) e Virginia Zini rende tutto più facile. La loro bravura è evidente e dà vita a una rappresentazione intensa e coinvolgente. Questo spettacolo è un bel modo per raccontare una storia di amicizia, di conflitti e delle difficoltà di accettare gli altri e di accettarsi.
Chiara Stoppa e Virginia Zini offrono interpretazioni notevoli, portando in scena personaggi complessi e sfaccettati con grande abilità. La loro chimica e capacità di interagire sul palco trasmettono in modo efficace le dinamiche di amicizia e tensione che caratterizzano la trama.
La regia di Giuseppe Di Bella è curata e attenta ai dettagli, con una messa in scena che evidenzia sia i momenti di scontro sia quelli di intima vulnerabilità. Tuttavia, nonostante la qualità tecnica indiscutibile, è possibile che l’emozione non sia arrivata completamente al pubblico. Forse un’eccessiva attenzione alla perfezione tecnica ha sottratto spazio al cuore e alla spontaneità, elementi essenziali per toccare le corde più profonde degli spettatori.
Bravi tutti, dunque, per la professionalità e l’impegno dimostrati. Forse, con un po’ più di spazio per l’emozione, lo spettacolo potrebbe raggiungere un livello ancora più alto, riuscendo a coinvolgere e commuovere in maniera più diretta e potente.
STRADA MAESTRA di Floria Metateatro/Nardinocchi-Matcovich di Pescara e Roma.
“Strada Maestra” non è una rappresentazione teatrale, ma una performance messa in scena da due giovani che condividono con il pubblico il racconto del loro viaggio di un anno attraverso varie regioni italiane. Questo progetto, nato dalla collaborazione tra Florian Metateatro e il duo Nardinocchi-Matcovich, offre una prospettiva sul vivere a stretto contatto con la natura.
Durante la performance, i protagonisti raccontano di un percorso intimo e autentico, fatto di incontri, scoperte, di riflessioni e di sfide affrontate durante il loro viaggio, facendo emergere la bellezza e la semplicità della vita all’aria aperta: un invito a riflettere sul nostro rapporto con la natura e con gli altri.
LA BELLA E LA BESTIA di Fontemaggiore di Perugia.
La storia di “La Bella e la Bestia” è ben conosciuta e amata, ma la versione messa in scena dalla compagnia Fontemaggiore di Perugia offre una prospettiva particolare sotto la regia di Massimiliano Burini, coautore insieme a Giuseppe Albert Montalto. Questo adattamento si distingue per l’approfondimento psicologico dei due protagonisti, Belle e la Bestia, interpretati da Chiara Mancini e Raffaele Ottolenghi.
La regia di Burini esplora le sfumature emotive e le complessità dei personaggi, facendo emergere le loro fragilità e i loro punti di forza. La rappresentazione del loro percorso di conoscenza reciproca è intensa, con dialoghi che rivelano gradualmente le debolezze e le virtù di entrambi, portandoli a un riconoscimento e a un amore autentico.
Le scenografie di Marco Lucci sono un elemento fondamentale dello spettacolo, con una bellezza suggestiva che contribuisce a creare l’atmosfera fiabesca della storia. Le ombre sapientemente ideate e create da Lucci aggiungono un ulteriore livello di profondità visiva, trasformando il palco in un mondo magico e immersivo.
SPAIDERMEN di Armamaxa di Ceglie Messapica.
Quando si dice: CHIUDERE IN BELLEZZA! L’ultimo spettacolo, portato da Armamaxa Teatro, con in scena uno straordinario Giacomo Dimase con lo spettacolo Spaidermen, di cui lo stesso Dimase è autore, è stata la più bella chiusura che si potesse desiderare. Devo dire che avevo già potuto ammirare Giacomo al debutto del suo spettacolo, quando ancora nessuno credeva nel progetto, e già in quella occasione gli avevo raccomandato di non demordere perché lo spettacolo era di qualità e lui era bravo. Rivederlo la mattina del 12, in un teatro con le porte aperte per far passare un minimo d’aria, e dimenticarmi del caldo soffocante, della luce esterna, della stanchezza che arriva alla fine di ogni vetrina, è stato un attimo. La sconvolgente bravura di Giacomo, con una crescita artistica enorme (c’è anche lo zampino di Enrico Messina?), e l’emozione che a metà spettacolo mi ha colpita, senza nessuna avvertenza, mi hanno preso pian piano senza poter nascondere le lacrime liberatorie che hanno continuato a uscire dai miei occhi fino alla fine dello spettacolo e oltre. È stata la terza volta della mia vita in cui mi è capitato di non controllare l’emozione, ed è stato bellissimo. ”E chi se ne importa della tua emozione?” direte voi, miei 25 lettori. Sì avete un po’ ragione ma c’è qualcosa che potrei dirvi di più per farvi amare lo spettacolo? Ma cosa c’è di più importante della bellezza dell’arte e delle emozioni vere che solo lei sa dare? Va beh, per la cronaca il tema parla della difficile esistenza per affermare la propria identità, ricca di episodi, tutti veri, del protagonista (ma non è quello a renderli emozionanti, bensì come l’attore li racconta) e del positivo finale che apre alla speranza di un futuro migliore. E quello che ho visto con questo spettacolo mi fa sperare che sia così anche per il teatro!
Renata Rebeschini