Le risposte che le compagnie stanno dando in tutta Italia alla chiusura dei teatri sono davvero tante e a volte anche sorprendenti. Tra queste crediamo che una menzione speciale meriti il progetto TEATRO ALLA FINESTRA realizzato dalla compagnia NATA di Arezzo. Un’idea folgorante, immediata, capace di scatenare entusiasmi, così semplice che non si riesce a capire come mai ci siano voluti mesi prima di metterla a punto, il classico esempio dell’uovo di Colombo che sempre ritorna. Ne parliamo con Livio Valenti, direttore artistico della compagnia e cominciamo con il farci raccontare brevemente la storia di NATA.
NATA nasce a Poppi (AR) nel lontano 1988, per opera di Attilio Monti, Pinuccia Bocchi e Livio Valenti stesso, all’inizio come formazione di carattere territoriale. Oggi la compagnia è a Bibbiena (AR) con sede legale ed operativa presso il Teatro Dovizi. Le cose, come sempre accade, sono maturate lentamente e nel corso degli anni si è passati da un’attività inizialmente a carattere locale ad una più consapevole scelta professionale. NATA è una formazione onnivora e curiosa, ha sempre spaziato in ambiti diversi pur concentrando la propria azione soprattutto nel teatro ragazzi e in quello di figura, settori questi per cui è riconosciuta e finanziata dal MIBACT. Accanto al teatro ragazzi sono però sempre stati presenti altri percorsi e altre ricerche: la Prosa per adulti, gli eventi teatrali, il teatro d’invasione in borghi e piazze, tutti fermenti che alla fine hanno contribuito alla formazione di un dna della compagnia che la rende immediatamente riconoscibile.
Oggi NATA, oltre al sostegno ministeriale, gode anche di quello della Regione Toscana che, insieme ad altre 32 realtà, ci ha inserito nel progetto RAT-Residenze Artistiche Toscane. Siamo inoltre parte della Rete Teatrale Aretina e impieghiamo 15 persone, non tutte a tempo pieno, che lavorano ai vari progetti dell’associazione.
La vostra compagnia, a seguito dell’emergenza sanitaria e conseguente chiusura dei teatri, ha manifestato una vita assai movimentata e differenziata sul web. Raccontaci.
A Marzo, dopo la chiusura inaspettata dei teatri, ci siamo trovati, noi come tutti, nella stessa situazione dei pesci fuori dall’acqua: senso di smarrimento, difficoltà per le stagioni saltate, isolamento. Abbiamo cominciato a sentirci per istinto via web e deciso che si doveva restare vicini sia al nostro pubblico che a noi stessi. Sono cominciate così, lavorando separatamente, ciascuno nella propria casa, le nostre prime pubblicazioni sulla pagina fb di NATA sotto l’Hastag #teniamocistretti, presenze che hanno appieno svolto il loro compito che era quello di farci sentire presenti al pubblico e di regalarci ancora momenti di lavoro insieme. Abbiamo realizzato numerosi video con pupazzi, attori e canzoni originali per intrattenimento, di supporto alla Didattica a Distanza ed in occasione di giornate particolari come il Dante Dì, La Giornata Mondiale del Libro, La Festa della Repubblica e molte altre. All’inizio questa attività è stata assolutamente gratuita, poi c’è stato un interessamento da parte della Fondazione Toscana Spettacolo che ci ha permesso di programmare una serie di dirette fb dal titolo “Dietro la Maschera” nelle quali il pubblico, guidato dalla conduzione di Lorenzo Bachini e Cinzia Corazzesi, doveva indovinare l’identità di alcuni attori che avevano partecipato alla scorsa stagione teatrale al Teatro Dovizi di Bibbiena e all’Antei di Pratovecchio. L’accoglienza è stata più che soddisfacente e il progetto ci ha accompagnato fino all’inizio dell’estate, quando finalmente le attività sono riprese.
In autunno abbiamo capito che l’estate era stata una parentesi e che davanti avremmo trovato ancora teatri chiusi e tristezza infinita. Non ci siamo abbattuti e, sempre con il sostegno della FTS, abbiamo proposto una nuova serie di dirette, questa volta destinate più al pubblico dei ragazzi: “Dietro la Maschera Ragazzi”. Il nuovo ciclo ha visto scendere in campo anche sponsor privati che hanno donato dei premi ai vincitori delle varie puntate che questa volta dovevano riconoscere personaggi o dei nostri spettacoli o di fiabe famose. Il progetto è tutt’ora in corso e terminerà nel mese di Febbraio poi vedremo cosa accadrà, la navigazione è a vista e non vedo come potrebbe essere diversamente.
Che tipo di risposta c’è stata da parte del pubblico a queste offerte sul web.
“Dietro la Maschera Ragazzi” ha avuto una media di 50 contatti per ciascuna puntata, considerando un accesso libero e senza alcun biglietto d’ingresso. In seguito, sempre insieme a FTS, abbiamo provato anche la trasmissione in streaming di nostre produzioni per ragazzi, come ad esempio “Pierino e il Lupo” e in questo caso siamo arrivati anche a 250 visualizzazioni.
Come siamo arrivati al Teatro alla Finestra?
Ci siamo arrivati da diverse strade. Dopo l’estate ad Arezzo si è svolta l’edizione annuale del “Festival dello Spettatore” organizzata dalla Rete Teatrale Aretina, eravamo nel mese di ottobre e già si intuiva che i teatri sarebbero stati nuovamente chiusi. La RTA ci ha chiesto di progettare qualcosa che fosse proponibile. Abbiamo quindi pensato e realizzato degli interventi nelle vetrine degli esercizi commerciali. Abbiamo chiamato il progetto “emozioni in vetrina”: gli attori dalle vetrine dei negozi interagivano con il pubblico attraverso il vetro, in assoluta sicurezza. Un intervento di grande forza simbolica che ha avuto un ottimo riscontro, anche sulla stampa, e che ci ha aperto la porta verso nuovi sviluppi. Come previsto è poi arrivata di nuovo la chiusura totale e si è portata dietro smarrimento e solitudine. E’ stato allora che il Comune di Bibbiena, insieme alla Biblioteca Comunale, ci ha chiesto di realizzare il progetto “Lettura che Passione”, un percorso che negli anni scorsi ci aveva visti partecipi con letture animate fatte nella Biblioteca stessa. Questa volta i bambini non potevano spostarsi, quindi, ribaltando la situazione, siamo andati noi da loro ed è nato il “Teatro alla Finestra”. Indispensabile era avere delle finestre al pian terreno attraverso le quali i bambini potevamo vedere le nostre azioni all’esterno. Abbiamo fatto teatro in presenza senza mettere piede dentro la scuola. Uno spettacolo dove attori e pubblico sono separati da una parete trasparente che però impedisce di ascoltare le reciproche voci, questo era il gioco di partenza.
Lo spettacolo che abbiamo realizzato dura venti minuti ed è pensato per i bambini della Scuola dell’Infanzia, gioca su situazioni di facile lettura, con attori, pupazzi e parole semplici scritte su fogli di carta: lupo, mela, fiore ecc. Le insegnanti le leggevano ad alta voce guidando la comprensione dei bambini. L’esito è stato sorprendente, con un livello di partecipazione straordinario che nessuno si sarebbe aspettato, così almeno ci hanno raccontato le maestre, in quanto noi da fuori non riuscivamo a percepire pienamente cosa stesse accadendo nell’aula. Sulla nostra pagina fb abbiamo pubblicato un video che poi è stato riproposto anche dalla rivista telematica “eolo”. Guardarlo vale più di mille parole.
Come avete provato questo lavoro e come sta procedendo.
Mirco Sassoli, Laura Gorini, miei colleghi, ed io abbiamo fatto le prove via Sckype, con grande fatica ma devo dire anche grande entusiasmo. Le Scuole coinvolte sono state tre, con tre interventi per ciascuna. In seguito abbiamo avuto richieste anche da altri istituti Scolastici. Vedremo il da farsi. Siamo coscienti che nulla può sostituire il calore dello spettacolo in presenza ma devo dire che “Teatro alla Finestra” ha una magia tutta speciale. Un’Insegnante alla fine dello spettacolo ci ha scritto: “Tornate presto, abbiamo bisogno di voi” e questo non può che riempirci il cuore.
Cosa avete portato con voi di questa esperienza?
Il nostro è prevalentemente un teatro di parola, anche se usiamo pupazzi, ombre, burattini ed altro. Con il Teatro alla Finestra abbiamo riscoperto l’immagine pura, la potenza del silenzio. Elementi che sono certo ci saranno utili quando riprenderemo il nostro lavoro.
Cosa senti di poter dire a tutti i colleghi in Italia che stanno attraversando questo difficile momento.
Bisogna tenere duro, dobbiamo farcela. Questo è certamente il passaggio più difficile, un’intera stagione saltata, ma sono certo che torneremo a fare teatro. Sarà una grande emozione, come lo è stata per me quest’estate quando, dopo quattro mesi di inattività, sono salito nuovamente sul palco. Un momento forte, un’emozione che non provavo da tempo, limpida e viscerale. Il teatro è davvero un atto d’amore tra gli attori e il pubblico. Torneremo a quel rito, tutti quanti.
intervista a cura di Marco Renzi