Verso il Metaverso: Riflessioni sul Teatro Online e la Poetica del “Qui e Ora”

Verso il Metaverso: Riflessioni sul Teatro Online e la Poetica del “Qui e Ora”

Le innovazioni tecnologiche del nostro tempo aprono strade infinite in svariati settori della nostra vita quotidiana: istruzione, comunicazione, intrattenimento, medicina, e molto altro. Viviamo un’epoca privilegiata in cui la scienza e la tecnologia possono agevolare le nostre esistenze, semplificando e velocizzando le nostre attività. Tuttavia, non possiamo ignorare i limiti e le criticità connesse a questo progresso. La dipendenza dalla tecnologia, l’isolamento sociale e l’abuso dei social media sono solo alcune delle sfide che dobbiamo affrontare.

Il recente periodo di lockdown ha catalizzato dibattiti intensi sulla fusione tra arte e tecnologia, in particolare per quanto riguarda il mondo teatrale. La nascita dei teatri online e degli spettacoli in streaming ha suscitato entusiasmo e preoccupazione in egual misura. Alcuni hanno visto in queste nuove forme di fruizione artistica una rivoluzione, la porta spalancata verso il teatro del futuro. La possibilità di continuare a offrire cultura e intrattenimento a tutti, nonostante le restrizioni, è stata vista come un passo avanti nella democratizzazione dell’arte.

Durante quel periodo, diversi intellettuali e uomini di cultura hanno discusso animatamente sull’evoluzione dell’arte teatrale. È stato evidenziato come il teatro, seppur digitalizzato, abbia continuato a svolgere un ruolo cruciale nell’offrire spettacoli dal vivo a un vasto pubblico. Tuttavia, una volta che le restrizioni sono state allentate e i teatri fisici hanno riaperto le loro porte, si è constatato che nulla può sostituire l’esperienza autentica del teatro dal vivo.

Il teatro, infatti, è molto più di una semplice performance. È uno spazio sacro dove gli artisti e il pubblico si incontrano faccia a faccia, condividendo un’esperienza unica e irripetibile. La magia del teatro risiede nell’attimo presente, nell’energia palpabile che si crea tra chi recita e chi osserva. Questo senso di “qui e ora” è irripetibile e essenziale per l’arte teatrale.

Parallelamente a questa discussione sul teatro digitale, si è aperto un dialogo più ampio sull’estetica teatrale contemporanea. Artisti e critici hanno riflettuto sulle nuove tendenze emergenti, sull’uso delle arti multimediali e sui diversi linguaggi metateatrali. Si è interrogato il significato stesso di fare teatro nell’era digitale, esplorando le molteplici possibilità offerte dalla tecnologia senza perdere di vista l’autenticità dell’esperienza teatrale.

Personalmente, credo che il teatro rimanga un rituale collettivo essenziale per la nostra società. Esso può fungere da catalizzatore di emozioni, da specchio della nostra umanità e delle nostre sfide. Tuttavia, ciò che ci rammenta il teatro in carne e ossa è la necessità di un contatto autentico, tangibile e reale. Nel perseguire il “metaverso” e l’esperienza digitale totale, non dobbiamo dimenticare l’essenzialità dell’esperienza umana concreta.

L’avvento delle nuove tecnologie offre opportunità straordinarie, ma dobbiamo sempre preservare ciò che rende unica e irripetibile l’arte del teatro: il calore umano, l’interazione diretta, l’emozione condivisa. In questo equilibrio tra antico e moderno, tra virtuale e reale, possiamo trovare la chiave per una nuova era dell’espressione artistica che conservi l’integrità e l’autenticità che solo il teatro dal vivo può offrire.

 

Cristina Ranzato di Barabao Teatro