GIOBBE COVATTA, UN MONDO DA SALVARE

Giobbe ha una lunghissima carriera come testimonial di Amref e come attore, comico, scrittore, autore di spettacoli teatrali, trasmissioni tv, libri, storie e molto altro. Viaggiatore instancabile e attento testimone dei problemi dell’Africa, grazie alla sua comicità unica e provocatoria riesce a catalizzare l’attenzione su tematiche spesso difficili come quelle delle diseguaglianze, della povertà, dell’ambiente, dell’infanzia. Con Amref ha realizzato moltissime campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi, e realizzato diversi documentari selezionati nei festival italiani e trasmessi sulla RAI. L’emblema di questa lunga e fortunata partnership, lo slogan di campagna “Basta poco che ce vo'”, è divenuto così celebre da entrare anche nel parlare comune. Durante una delle più recenti missioni in Africa, Giobbe Covatta ha realizzato con Amref una Web serie per raccontare le fragilità del continente con la profonda leggerezza che lo contraddistingue.

D: COME STANNO I TUOI SOGNI E I TUOI PENSIERI?
R: Sono annoiato, tra sogni in stand by e pensieri a volte foschi. Temo di abituarmi a questa sospensione temporale, a questo limbo che viviamo, nel quale non succede niente, né di bello né di brutto… quasi soporifero. Temo che ci si possa adagiare su questo non fare nulla.. e temo di abituarmi a questa condizione. I sogni sono congelati, in attesa di essere scongelati, ma affinché avvenga questo, bisogna agire, non si può attendere che accada in maniera spontanea

D: SEI STATO COLUI AL QUALE ABBIAMO GUARDATO COME ESEMPIO NEL LAVORO CON I BAMBINI IN AFRICA, E SEI DA TEMPO TESTIMONIAL DI AMREF. DURANTE QUESTA PANDEMIA L’AFRICA È RIMASTA, COME AL SOLITO DIREI, NEL SUO POSTO MARGINALE. POCO POCHISSIMO SI È SAPUTO, MENO ANCORA SE N’È PARLATO. CHE IDEA TI SEI FATTO DELLA SITUAZIONE IN AFRICA?
R: Sembra sempre che meno si parli dell’Africa meglio si sta, è un posto che crea solo problemi. Io ho dentro casa l’ufficio stampa di AMREF tramite mia figlia. In un’intervista che ha fatto al responsabile Amref della Tanzania, si diceva ottimista perchè alla fine di quest’anno si sarebbero riusciti a vaccinare tra il 10 e il 20 % della popolazione. Universi differenti, gente che vive in posti dove la lotteria della vita è stata persa da tempo. La disparità sociale, economica, sanitaria, culturale, tra noi e l’Africa non solo non si è mai ristretta, ma si continua ad allargare. È un mondo da salvare sensibilizzando, parlandone, aprendo il dibattito. Solo allora si potrà affrontare il problema.

D: GIOBBE TU SEI STATO E SEI TANTE COSE: TEATRO, CINEMA TELEVISIONE, EDITORIA, POLITICA. QUAL È IL GIOBBE CHE SENTI PIÙ VICINO?
R: Due sono gli aspetti sui quali mi piacerebbe ruotasse la mia vita: il Teatro e l’Africa. Tutto quello che non sono Teatro e Africa fanno parte di un mondo che mi riporta a questi due elementi. Faccio politica per lavorare per l’Africa e la televisione mi serve per fare Teatro.

D: SEI NAPOLETANO. QUANTA NAPOLI C’È IN QUESTA NECESSITA’ DI SALVARE L’INFANZIA?
R: A Napoli ho visto un’infanzia felice e un’infanzia abbandonata. Ho visto che gli abbandonati sono diventati rabbiosi, le esigenze di oggi sono infinitamente più costose delle esigenze di ieri.

D: UN ANNO DI TEATRI CHIUSI. COSA HA RAPPRESENTATO PER TE QUESTO BUCO NERO E COME IMMAGINI LA RIPRESA?
R: Ha rappresentato e rappresenta una sospensione temporale assai deprimente. Siamo tutti meno carichi di energie, la ripresa mi preoccupa un po’. Questi nuovi standard di comunicazione e di spettacolo hanno mutato il linguaggio e i supporti stessi che veicolano questo linguaggio. Difficile tornare indietro. Se si perde un linguaggio, un percorso culturale, è difficile riportarlo in auge. Diventa quasi una cosa vintage.

D: CHE COSA PENSI DELLO STREAMING?
R: Penso che sia un linguaggio a me non congeniale, ma potrebbe essere un problema mio. È un linguaggio alternativo che spero non ci sarà più al ritorno al Teatro dal vivo.

D: IL PRIMO MINISTRO DRAGHI TI CHIAMA E TI NOMINA MINISTRO DELLA CULTURA. DA DOVE INIZI?
R: Comincio dal live. Dal Teatro, dal cinema, dai concerti e dai musei, ma potrebbe essere un punto di vista troppo personale, facendo io il teatrante. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, ovviamente inizierei dai Teatri. Se soltanto al nostro ministro passasse il pallino che ha su Pompei, forse riuscirebbe meglio… è che gli è presa una malattia, a Pompei, se potesse, costruirebbe la sua casa.

intervista a cura di Maurizio Stammati