IL MAGO DELLE BOLLE, INTERVISTA A MICHELE CAFAGGI

Michele Cafaggi è attivo nel panorama teatrale dai primi anni ’90.
E’ stato il primo artista in Italia a creare uno spettacolo intero dedicato alle Bolle di Sapone.
Ha studiato tra Milano e Parigi recitazione, arti circensi, mimo, clownerie ed improvvisazione teatrale e ha esperienze nel teatro di ricerca e nel teatro di compagnia.
Dal 1993 si esibisce come artista di strada e di teatro in Italia ed in molti altri paesi del mondo passando con disinvoltura dalle grandi platee internazionali alle feste di paese, scuole, teatri, ospedali, case di riposo, carceri e ovunque ci sia l’occasione e il piacere di incontrarsi con il pubblico. E’ Dottor Sogno presso i reparti pediatrici dove opera la Fondazione Theodora Onlus.

Domanda

CIAO MICHELE. INIZIAMO QUESTA CHIACCHIERATA DOPO AVER VISTO UN TUO SPETTACOLO, (CHE IO NON AVEVO MAI VISTO) DAVVERO ESILARANTE: ESCALESCION. LO HAI RIPRESO DOPO 13 ANNI. QUINDI RIPERCORRIAMO QUEL PERIODO, QUANDO TU FACEVI L’ARTISTA DI STRADA, IL GIOCOLIERE, IL CLOWN.

Michele:

Sì. Quando avevo 20 anni ho scoperto per caso il mondo del Circo, prima di iniziare i corsi all’Università frequentai per un paio di mesi L’ Ecole Nationale du Cirque di Annie Fratellini a Parigi. Rientrai a casa in treno carico di clave e palline, monociclo e anche un misterioso attrezzo che faceva bolle di sapone. Ho cominciato subito in preda ad un febbrile entusiasmo a fare spettacoli ovunque e soprattutto in strada e in queste scorribande ho conosciuto Dadde Visconti.

Dadde, (presente all’intervista) ricorda e aggiunge:

Quando ci siamo visti mi hai spiegato che volevi fare uno spettacolo di strada, ma senza la giocoleria.

Michele:

Si è vero perchè a me piaceva molto il clown, invece intorno a me c’erano quasi esclusivamente giocolieri, c’era il boom della giocoleria in quegli anni. Io in realtà stavo sperimentando varie tecniche, tra cui le bolle di sapone, che, in privato continuavo a fare, ma con grande difficoltà, non avevo punti di riferimento era una tecnica ancora piuttosto inesplorata. Poi ho conosciuto Dadde e mi è venuta l’idea di proporgli di creare uno spettacolo insieme, senza giocoleria ed è nato Escalescion, quello che hai visto.

Ma un bel giorno l’infortunio, mi rompo il tendine di Achille e sono costretto sei mesi sul divano

QUINDI HAI LA POSSIBILITA’ DI STUDIARE LE BOLLE

Michele:

Si ho la possibilità di studiare le bolle, e mi dico: quando riprenderò non potrò più fare acrobatica e cose fisicamente impegnative (almeno per i primi mesi), volevo trovare qualcosa da fare anche con scarse capacità di movimento. E mi ricordo che avevo un clarinetto, comprato al mercatino e che non sapevo suonare ovviamente, provo a intingerlo dentro il sapone e a soffiare…da lì mi è nata l’idea di fare uno spettacolo con gli strumenti musicali e le bolle di sapone.

QUINDI HAI CONTINUATO SU QUESTA LINEA DEL CLOWN, VISTO CHE LA GIOCOLERIA E L’ACROBATICA, NON ERA PROPRIAMENTE LA TUA VOCAZIONE.

Michele:

Porto avanti lo studio e l’approfondimento delle bolle di sapone, (all’epoca lo facevano in pochissimi). Per un periodo ho sperimentato facendo animazioni e laboratori per bambini, il mio obiettivo era di fare uno spettacolo da palcoscenico di clownerie e bolle di sapone, all’epoca eravamo agli albori di internet non c’erano video, si vedevano alcune immagini di artisti americani con bolle pazzesche ma niente di più. Nell’inverno del 2002 ho creato lo spettacolo OVERTURE DE SAPONETTES, debutto e lo porto avanti nelle scuole e in piccole situazioni. Lo spettacolo rimane un paio d’anni in stand-by perchè all’epoca ero in tournèe con la compagnia Gli Eccentrici Dadarò, con lo spettacolo Peter Pan.

Nel 2005 presento lo spettacolo al Festival di Vimercate. Lo spettacolo è stato accolto bene anche se all’inizio è stata dura convincere il teatro ragazzi a proporre questi spettacoli ibridi tra teatro di strada, clownerie e senza parole. All’epoca era penalizzante proporre uno spettacolo senza parole. Quindi in quegli anni ho lavorato in piccoli circuiti, in sale indipendenti, in tutte quelle situazioni dove volevano uno spettacolo divertente e per le famiglie. Nel corso degli anni il passa parola ha fatto il resto, presto ho cominciato a girare nel circuito nazionale trovando teatri sempre pieni e festosi.

SO CHE IL TEATRO HA APERTO ANCHE A SPETTACOLI NON SOLO DI PURO TEATRO MA CON CONTAMINAZIONI CON ALTRE ARTI, COMPRESA LA GIOCOLERIA.

MI RICORDO CHE AL FESTIVAL DI TORINO AVEVA DEBUTTATO “KLINKE” DI MILO E OLIVIA

Michele:

Sì per fortuna!!! Infatti già in PETER PAN dei Dadarò c’erano alcune anticipazioni di Overture des Saponettes: la sfera, le bolle, la giocoleria, era già un paio di anni che il teatro ragazzi aveva questo interesse

SI, C’ERANO ALCUNE REALTA’, PERO’ ALL’INTERNO DELLE RASSEGNE ERA DIFFICILE TROVARE QUESTI SPETTACOLI. ALCUNI ORGANIZZATORI CHE NON AVEVANO PARTICOLARI VINCOLI E CHE NON AVEVANO BISOGNO DI UNA CIRCUITAZIONE CONVENZIONALE HANNO INCOMINCIATO A PROGRAMMARLI, A FARLI CONOSCERE

Michele:

Da lì è cominciato tutto; mi sono appassionato alla ricerca con la bolla di sapone, territorio allora abbastanza vergine, nel senso che c’era da sperimentare quasi dal nulla. Tra l’altro a me piace molto costruire gli oggetti, il mio è fondamentalmente un teatro di oggetti dove posso utilizzare in modo originale quasi tutto.

Ho passato 6 anni in tournèe con Ouvertoure perchè c’è stata un’esplosione di richieste e scopro che non c’era in giro per il mondo uno spettacolo teatrale sulle bolle.

Sono stato 2 volte in Corea del Sud, sono stato in Cina, ho avuto molte esperienze all’estero.

POI HAI PRESENTATO IL SECONDO SPETTACOLO A SEGNALI.

Michele:

Sì, dopo qualche anno mi chiedevano in tanti un nuovo spettacolo, ero in difficoltà non volevo ripetermi, volevo fare una spettacolo diverso dal primo. Ci ho messo qualche anno, nel frattempo ho pubblicato un libro illustrato ispirato ad Ouverture des Saponettes dal titolo “Il Mago delle Bolle” per Edizioni Corsare e, nota romantica, ho conosciuto mia moglie e nel 2010 è nata la mia prima figlia. Poi nel 2011 nasce lo spettacolo L’OMINO DELLA PIOGGIA

QUESTI SPETTACOLI LI HAI CREATI E RAPPRESENTATI DA SOLO?

Michele:

Si ho fatto tutto da solo, ma mi sono sempre fatto aiutare da amici artisti (ad esmpio Claudio Cremonesi, il Mago Barnaba, Dadde Visconti e molti altri). E’ il mio metodo, anche attuale io parlo con loro, mi confronto, vedono le prove, gli faccio vedere cosa ho in mente e poi mi confronto molto anche con il pubblico. Dopo che lo spettacolo esce dico sempre che servono un paio d’anni per poter dire che funziona veramente, perchè quello che hai in testa non sempre riesci a realizzarlo come vorresti ed è facendolo che cambia prende vita e una direzione precisa

QUINDI HAI ORIENTATO IL TUO LAVORO SULLE BOLLE ?

Michele:

Ho realizzato OVERTURE DES SAPONETTES, L’OMINO DELLA PIOGGIA, CONCERTO IN SI’ BEBOLLE, con musica dal vivo dove c’è un pianoforte che esplode. Dopo questi lavori ho creato il mio primo spettacolo di strada con le bolle FISH AND BUBBLES, nel 2015, perchè avevo voglia di tornare in strada con le bolle, poi ho fatto UNA MAGNIFICA TEMPESTA sempre con musicisti dal vivo in occasione di MITO e poi CONTROVENTO, BUBBLE RISCIO’, fino all’ultima produzione SONOSOLO.

Prima del covid ho debuttato con COSA BOLLE IN ORCHESTRA con: me stesso, il mio pianista Davide Baldi e un’orchestra di 120 bambini a Santa Cecilia di Roma. Con il pianista abbiamo creato un format e possiamo lavorare con qualsiasi orchestra. Avevamo dei contatti per presentare questo spettacolo anche all’estero, però poi è arrivata la pandemia e si è fermato tutto.

LA TUA E’ UNA BELLA E CONTINUA SPERIMENTAZIONE E GLI SPETTACOLI SONO PER TUTTI.

Michele:

Ho cercato di proporre un teatro per famiglie quello che in Francia chiamano Tout Public cercando di sfuggire alle etichette.

QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA TEATRO PER RAGAZZI E TEATRO PER FAMIGLIE?

Michele:

Nei festival vedo spesso spettacoli che sono destinati alle scolastiche, alla prima infanzia, alla seconda infanzia; io amo il bagno di pubblico, mi piace divertire il bambino, incantare la mamma, far sorridere il papà. Mi piace quando si crea una sinergia trasversale, mi piace poterti dire che ieri ho fatto uno spettacolo serale con un pubblico impellicciato (eh, qualche volta capita) e il giorno dopo la scolastica con lo stesso spettacolo e mi piace giocarci dentro.

Mi piace pensare ad un Teatro fuori da categorie preconfezionate un Teatro che sia emozione e stupore che parli direttamente al cuore dello spettatore.

Intervista a cura di Roberto Sala