TEATRO BANDITO, Un’ idea artistica indipendente e autofinanziata per un teatro libero e vitale

Il Teatro Bandito nasce nel 2019 da un desiderio condiviso di libertà artistica, un bisogno di incontro immediato con le persone, una necessità di viaggiare per nutrire la curiosità del mondo.

Il Teatro Bandito è un’arena che ospita 100 persone dove vengono allestiti spettacoli teatrali di vario genere: teatro di figura, clownerie, narrazione, teatro dedicato ai bambini e agli adulti.

Il Teatro Bandito è un collettivo di artisti che ruota attorno a un’idea di teatro che deve sempre essere libero e vitale, accessibile a tutti e nel quale il pubblico continua a rappresentare l’elemento più importante. L’incontro con il pubblico crea uno scambio poetico indispensabile agli artisti per rigenerare la vitalità del proprio teatro e poter ripartire ogni volta arricchiti.

Il Teatro Bandito è un luogo di aggregazione, un progetto polifunzionale che ospita non solo spettacoli, ma anche laboratori teatrali e di costruzione.

Le giornate del Teatro Bandito terminano con un bicchiere di vino condiviso con il pubblico, tra musica, chiacchiere, storie e letture di tarocchi. Il Teatro Bandito è un luogo che ha bisogno di umanità per esistere.

Per realizzare il nostro sogno ci siamo ispirati alle antiche compagnie di giro, un carro di Tespi dei giorni nostri che allestisse non solo spettacoli, ma un microcosmo artistico nel quale tutti potessero essere accolti e riconoscersi al di là dell’età, del colore della pelle o dell’estrazione sociale.

Abbiamo scelto come iconografia i tarocchi, un’arte antica quanto il mondo che in sé racchiude tutte le credenze religiose, le leggende, l’antica sapienza pittorica, un’arte che permette di narrare storie… al Teatro Bandito si entra dalla carta del Matto (colui che guarda sempre avanti e non si ferma mai) e si esce dal Mondo, rigenerati.

Parlatemi del Teatro Bandito! Come è nato e perché?

Francesca Zoccarato

Il Teatro Bandito è nato per un’esigenza, una nostra volontà di creare uno spazio dove le persone stessero bene. È un luogo di teatro che vuole andare dal pubblico dove si trova, dunque è un luogo teatrale che si sposta. Per questo abbiamo costruito un’arena, quindi un teatro itinerante, per poter andare direttamente nei paesi, fermarci in quel luogo e incontrare le persone. Ma non volevamo fare solo uno spettacolo. Volevamo che le persone passassero del tempo con noi e questo è il motivo per cui fuori dal Teatro Bandito ci sono la lettura dei tarocchi e le installazioni artistiche.

E poi, alla fine degli spettacoli offriamo il vino e rimaniamo con il pubblico. La nostra idea era questa: essere indipendenti e liberi di poter fare gli spettacoli che desideravano fare. In realtà non abbiamo inventato nulla. Abbiamo riproposto l’arena come facevano le compagnie di giro dei primi del Novecento e dell’Ottocento che mettevano in scena la prosa ma anche lo spettacolo di marionette e il circo, essendo noi artisti di varie discipline: io con le marionette, Matteo Curatella che fa il cantastorie musicista, gli Omphaloz con il circo e le acrobazie, Dadde Visconti come clown.

Abbiamo voluto mettere in scena uno spettacolo che riassumesse in sé non solo le nostre arti ma anche lo spirito del Teatro Bandito e che rilanciasse l’idea del sogno come decisione nella vita. Ciò che vogliamo fare è portare alle persone la bellezza perché veniamo fuori da un periodo brutto, quello della pandemia.  Il Teatro Bandito è nato poco prima della pandemia ma l’intento che rimane è sempre quello di creare un posto bello. E infatti, abbiamo curato molto l’estetica e l’idea è quella che la gente arrivi, si ritrovi in un altro mondo e per un paio d’ore stia bene con noi.

Matteo Curatella

Il Teatro Bandito è un luogo che ha bisogno di umanità per esistere. È un incontro vero, senza sovrastruttura, dove le persone stanno bene. Noi siamo felici che il pubblico arrivi al Teatro Bandito e che stia con noi. Siamo tutti insieme qui e ora e qui e ora si fa teatro.

Ma per fare questo, per mettere in campo questa vostra idea, era necessario creare una struttura, un’arena come questa?

Francesca Zoccarato

Sì, era necessario perché volevamo creare il luogo. Volevamo creare uno spazio per poter essere indipendenti e quindi ci siamo detti di farci un nostro teatro.

Si può essere indipendenti dalle logiche di mercato anche senza creare un teatro viaggiante.

Francesca Zoccarato

Ma non avremmo ricreato un luogo magico dove le persone stessero bene: questa è la differenza! Si può andare a vedere uno spettacolo bello o brutto – è indifferente – ma andare in un luogo dove poter stare bene è diverso. Qui non si va solo a teatro, si va a vivere un’esperienza umana, un’esperienza di incontro vero e quindi c’era bisogno di creare un ambiente che potesse accogliere le persone. Io lo dico sempre: qui siamo a casa, questa è casa nostra che apriamo a tutte le persone che vengono a trovarci.

Siete tutti d’accordo?

Guillaume Hotz

Sì, io arrivo dal circuito del circo contemporaneo e come dice Francesca, con questa struttura abbiamo creato la nostra casa – la casa dove poterci esprimere liberamente.

Avete trovato delle difficoltà a proporre il Teatro Bandito alle amministrazioni e alle compagnie?

Francesca Zoccarato

È difficile rispondere a questa domanda perché in realtà non siamo ancora partiti a causa della pandemia. Avevamo già una programmazione estiva anche se non piena perché è successo tutto all’improvviso. Però avevamo già dei contatti con alcuni Comuni. In realtà, non è così difficile promuovere il Teatro Bandito perché c’è una legge del ‘54 che obbliga i Comuni a dare uno spazio in città per i circhi.

Quindi il Teatro Bandito rientra nella circuitazione con la dicitura circo viaggiante?

Francesca Zoccarato

Sì, siamo una compagnia di teatro viaggiante nel senso che non abbiamo una struttura chiusa.

Però noi rientriamo in quella categoria e non è così complicato andare alle amministrazioni e chiedere il permesso perché in l’Italia per fortuna ci sono molti giardini e ville. E noi siamo autonomi, ci basta un allacciamento alla corrente. Le amministrazioni che abbiamo contattato in realtà erano molto felici di questa nostra proposta anche perché avevamo indicato lo sbigliettamento come per il circo.

Dal mio punto di vista come organizzatore, la presenza di una struttura come il Teatro Bandito crea un’immagine molto bella per la città perché riempie di colore un luogo generalmente non adibito allo spettacolo. Il vecchio clown cosa dice a proposito?

Dadde Visconti

Rispetto a quello che si è già detto è difficile aggiungere altro. Personalmente ho sentito la carenza del bello negli ultimi tempi. E quindi ecco perché abbiamo voluto creare uno spazio che per noi fosse bello e trasformasse anche posti che magari non sono tanto belli, creando una magia per qualche giorno. Le poche volte che abbiamo avuto l’occasione di incontrarci col pubblico e fare ciò, è successo questa magia di una piazza che era più o meno anonima e che per tre-quattro giorni è rinata. È la stessa magia che accade nel momento in cui si giunge in un posto, un po’ come i circensi che giravano con i loro carrozzoni ecc. Anche noi abbiamo sperimentato questa cosa: appena arrivati, le persone ci chiedevano chi eravamo, che cosa facevamo e da lì a dieci minuti c’era gente che ci stava aiutando a scaricare. Per me ciò vale tutto il lavoro fatto per creare questa struttura.

Il maestro Curatella cosa dice?

Matteo Curatella

Sostanzialmente questo è proprio il bello e la meraviglia del nostro lavoro. Di fatto, il nostro progetto è stato sposato anche da Antonio Catalano che ci ha detto: “Caspita, ma voi state facendo quello che facevo io trent’anni fa e lo state facendo in un modo diverso”. È stato lui, anzi, a spiegarci il Teatro Bandito con le parole giuste. Quindi, sta tutto veramente in questo incontrarsi, come diceva Dadde prima. Arriviamo, le persone scaricano con noi poi stanno assieme a noi, ci portano da mangiare e da bere. Normalmente si va a teatro per vedere uno spettacolo. Qui da noi no, qui si vede tutto il lavoro che sta dietro.

Questa idea non è venuta solo da voi. Vi è venuta vedendo altri, per esempio Girovago e Rondella.

Francesca e Dadde

Assolutamente sì! Io Francesca abbiamo girato per undici anni in tutta Europa e avevamo già visto delle realtà così. Non è assolutamente una cosa nuova e, tra l’altro, le prime persone alle quali abbiamo chiesto dei consigli sono stati Marco e Federica, i Girovago e Rondella.  E loro creano la stessa magia facendolo alla loro maniera.

Sasha Hotz, il giovane bandito, otto anni

Io volevo dire una cosa: una piazza brutta con tutti i sassolini diventa poi abbastanza bella quando si riempie con dei bei disegni, e poi non ci serve un posto al chiuso perché siamo già al chiuso.

Dadde

Abbiamo studiato anche chi aveva già fatto questa scelta in modo diverso come il circo Patuf, che ci ha dato un sacco di consigli anche amministrativi e burocratici perché noi non conoscevamo le leggi in materia di circo e le agevolazioni che sono tante.

Francesca

Tutte le persone che hanno intrapreso questa idea di fare il teatro viaggiante, Girovago e Rondella, circo Patuf… con tutti loro c’è stata una grande solidarietà nel raccontare le loro esperienze e darci dei consigli.

Intervista a cura di Roberto Sala