TEATRI SENZA FRONTIERE – 16-30 SETTEMBRE – UCRAINA

Partner progetto:

-Padre Ihor Boyko, Rettore del Seminario dello Spirito Santo di Leopoli

-Maksym Ryabukha, Vescovo ausiliare di Donetsk.

Città interessate agli spettacoli:

Leopoli, Stryj, Ivano, Frankivsk, Ternopil, Cernivtsi, Kherson, Mykolayiv, Kryvyj Rig, Dnipro, Zaporizzia, Kharkiv, Kyiv.

-Sono previsti complessivamente 15 interventi di spettacolo e un laboratorio teatrale di una settimana a Leopoli con 30 giovani dai 18 ai 20 anni.

Partecipano:

SIMONA RIPARI, MARCO RENZI, RUGGERO RATTI(documentazione) – (Proscenio Teatro – Fermo)

GABRIELE CLARETTI (Ass.Ho Un’Idea – Lapedona FM)

MAURIZIO STAMMATI (Teatro Bertolt Brecht – Formia)

NOEMI BASSANI, STEFANO TOSI, GIORGIO RIZZI, DAVIDE CAFORIO(documentazione) – (L’Arca di Noe – Varese)

MARCO PEDRAZZETTI (Filodirame – Brescia)

Come tutti gli anni il MARAMEO FESTIVAL e l’Associazione UTOPIA avranno un’ultima tappa da svolgere, la più lontana ed anche la più significativa, quella che dal 16 al 30 Settembre vedrà un gruppo di professionisti del teatro ragazzi italiano effettuare volontariamente laboratori e spettacoli in diverse città dell’Ucraina, per testimoniare la vicinanza ad un popolo colpito dalla più insensata delle sciagure umane: la guerra. Sarà un momento forte di teatro e di solidarietà dove almeno per un’ora tanti bambini e le loro famiglie verranno allontanati dal terrore delle bombe e degli spari.

TEATRI SENZA FRONTIERE è un progetto che da quindici incontra gli ultimi della terra, vittime di un pianeta sghembo che sembra non volersi raddrizzare, testimonianza di un’umanità che ha bisogno di riscattarsi e di dimostrare che può saper fare l’unica cosa sensata possibile: vivere in pace, rispettare gli altri, godere di questo splendido e piccolo pianeta dove siamo ospiti per un brevissimo lasso di tempo.

Cosa analoga è stata fatta lo scorso anno negli slam di Nairobi, prima ancora nei campi profughi della Bosnia Erzegovina, nelle favelas di San Paolo, nell’Africa profonda del Ghana, in Amazzonia, Etiopia, Albania, e si continuerà ancora, ogni anno, per affermare un concetto semplice e purtroppo lontano da venire, quello che vuole che ogni bambino di questo mondo, al di là del colore della pelle, del credo politico e religioso della sua famiglia, ha il diritto sacrosanto a vivere pienamente la propria infanzia: con affetto, possibilità di studio, gioco, cibo, pace e speranza per il futuro.