IL TUO PERCORSO PROFESSIONALE MI HA SEMPRE INCURIOSITO, INIZI E DIVENTI UN IMPORTANTE ORGANIZZATORE MUSICALE ANCHE DI GRANDISSIMI EVENTI, COME AD ESEMPIO IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO, POI APPRODI AL MONDO DEL TEATRO, CI RACCONTI QUESTO VIAGGIO
Il mio percorso in effetti è abbastanza articolato. Inizio giovanissimo con la politica ed attraverso gli anni ottanta come organizzatore in quell’ambito sino a creare una associazione nazionale di gruppi musicali di base (Anagrumba), una sorta di sindacato dei musicisti emergenti. Nel 1988 organizziamo il primo concorso nazionale, dove vincono Ligabue e gli Almamegretta, l’associazione si afferma come punto di riferimento in ambito musicale e si radica in oltre 50 città con circa 10.000 iscritti. Nel 1991 porto questa associazione dentro l’ARCI e dopo tre anni di intensa attività, con la necessità non solo di rivendicare ma di entrare direttamente nel “mercato” decido di creare una mia società con la quale intraprendo una attività di produzione musicale ed inizio proprio con gli Almamegretta; la grande novità è che decidiamo (con il mio socio di quella avventura Paolo Dossena, storico produttore e grande innovatore) di entrare anche nell’ambito distributivo, fino ad allora esclusivo appannaggio delle grandi Major discografiche, ed inizia di conseguenza anche l’attività di distribuzione, CNI Compagnia Nuove Indy e la prima distribuzione indipendente in Italia con cui arriviamo ad avere 400 punti vendita sul territorio nazionale. Passo anche all’organizzazione di grandi eventi a 360 gradi, da ENZIMI [primo festival multidisciplinare in Italia] per il Comune di Roma, per arrivare, con un’altra società che dirigevo, ai grandi eventi per Confindustria, sino alla partecipazione al bando dei sindacati per l’organizzazione del Concerto del Primo Maggio, che vinciamo e realizziamo dall’edizione del 2002 a quella del 2011. Questa esperienza molto intensa e straordinaria mi assorbe naturalmente tantissimo anzi troppo, portandomi molto lontano dai miei interessi fondamentali, ed arrivo per questo a chiedere un incontro con l’allora Assessore alla Cultura della Regione Lazio, Giulia Rodano. La grande riformatrice del sistema cultura in regione, alla quale, vista la comune visione, dò la mia disponibilità a collaborare per mettere la mia esperienza di nuovo al servizio di un’idea di una politica culturale utile e per la gente. Lei mi fa una serie di ipotesi e decidiamo, per dare seguito alla mia spinta ideale di poter lavorare concretamente sui territori, per un mio ingresso in ATCL, il Circuito Teatrale dei Comuni del Lazio, ed eccomi ancora qua. Quello che mi ha davvero spinto a questa scelta è stata la possibilità di realizzare una politica culturale rivolta direttamente ai territori. Devo sottolineare il grande valore e lo straordinario spessore di Giulia Rodano che pur provenendo da tutt’altro settore arriva a capo dell’assessorato alla cultura della regione Lazio e in 6 mesi inizia la sua straordinaria opera di riforma. Questa è stata la motivazione maggiore alla mia scelta sul teatro (e lo spettacolo dal vivo) e cioè la possibilità di andare a fare una vera politica culturale territoriale.
PARLIAMO ORA UN PO’ DI TEATRO E DEL TUO APPROCCIO A QUESTO MONDO E COSA PENSI DELL’ATTIVITÀ DEL MINISTERO
Già in ENZIMI erano presenti attività rivolte al teatro e in quella occasione ad es. conobbi e nacque una straordinaria collaborazione con Maurizio Panici, Teatro Argot, con il quale abbiamo fatto tante cose anche molto divertenti, fino a produrre uno spettacolo con la partecipazione dei NOVALIA, artisti che allora producevo e distribuivo. Ma da sempre per me lo spettacolo dal vivo è stato collegato, l’approdo ai Circuiti Multidisciplinari dello Spettacolo dal vivo è stato un ottimo approdo, almeno sulla carta perché poi la sua “applicazione” è stata ben diversa dalla teoria.
E qui ti rispondo alla seconda parte della domanda, riguardo al Ministero in questo momento ho un grande rammarico, quello che non sfrutti veramente le potenzialità che abbiamo come Circuiti Multidisciplinari (presenti in 15 Regioni), che sviluppano una quantità enorme di attività (parliamo solo per quelle rendicontate di oltre 7700 recite, qualcosa come 28 milioni di euro di cachet) che non sono solo la distribuzione, ma anche la formazione del pubblico ed una capacità di “cucire” rapporti e sostenere le realtà culturali presenti nei diversi territori. Il Ministero valuta questo solo il numero degli spettacoli e gli incassi che fai, attraverso il “famigerato” algoritmo, questo per me è completamente errato e ci impedisce di poter indirizzare il nostro lavoro anche verso l’attività di teatro sociale , progetti come INVASIONI CREATIVE ad esempio, oppure lo sviluppo di progettualità integrate. Utilizzare quindi la grande forza organizzativa dei 15 circuiti per un’opera capillare nei territori, guardando quello che c’è supportandolo e sostenendolo ma anche “dirigendolo”. Quello che dovremmo fare è proprio leggere i territori ed andare a cercare le novità creative ed organizzative che i territori stessi esprimono.
QUALI SONO I PRINCIPALI ORIENTAMENTI ORGANIZZATIVI DI ATCL E QUANTO TEATRO RAGAZZI C’E’ NELLA VOSTRA ATTIVITA’
Noi abbiamo una attività prevalente legata alla distribuzione, con l’organizzazione di 25 stagioni, direttamente ed in collaborazione con realtà dei territori. Sempre più spesso sono i comuni che ci chiedono anche un supporto organizzativo per la tenuta vera e propria dei teatri. Ad esempio a Viterbo se non ci fosse ATCL il teatro sarebbe di fatto chiuso, perché con i 120 mila euro totali che ci vengono dati per la sua gestione comprensivi di personale, programmazione e spese di gestione, si capisce che il Comune non ce la potrebbe farebbe. Noi con tre persone riusciamo a tenerlo aperto ed attivo, se dovessero farlo con dipendenti comunali giocoforza sarebbero chiusi. Abbiamo quindi una attività di programmazione delle stagioni di teatro ma abbiamo anche una attività di danza, una attività musicale, e una attività legata al teatro per le famiglie e teatro ragazzi, sia di formazione con le scuole che di promozione e siamo molto convinti di questa direzione. Al contempo abbiamo la gestione del Teatro Rossellini, che è uno spazio incredibile, per dimensioni e per l’alta qualità tecnologica che ad esempio ci dà la possibilità, importantissima in questo periodo, di trasmettere le attività in streaming con altissima qualità. Altro settore importante è l’attività di progettazione integrata con il progetto di Invasioni Creative realizzato prima sui Castelli Romani e poi nei comuni dei Monti Lepini.
QUALE VISIONE HAI DEL MONDO DELLO SPETTACOLO DAL VIVO IN QUESTO PARTICOLARE MOMENTO
Cominciamo con il dire che il nostro settore era già agonizzante, da tutti i punti di vista. Se quando tutto questo disastro della pandemia finirà noi riprenderemo con il solito riproporre stagioni con spettacoli ed artisti conosciuti senza porci il problema del bisogno di teatro, noi avremo perso di nuovo. La politica deve preoccuparsi ora di professionalizzare il settore, con uno studio attento dei vari meccanismi, dando tutele e garanzie ai lavoratori. La cosa che dobbiamo sfruttare in questo periodo, considerando che siamo comunque dei privilegiati per via del sostegno pubblico che riceviamo, è ottenere tutele ed un inquadramento professionale che garantisca gli artisti e gli operatori e quindi essere pronti per i periodi di difficoltà. C’è da dire che il nostro settore è stato sempre molto diviso al suo interno e questo gli ha tolto forza. Questo è il momento per poter indagare l’uso di un mezzo come quello del live streaming che può permetterci di intercettare tutta questa nuova generazione che a teatro non ci va e che probabilmente non va nemmeno al cinema, perché usa a dismisura altri mezzi, dal cellulare al tablet al computer e che allora magari con il live streaming si riavvicina al nostro linguaggio.
SE IL MINISTRO FRANCESCHINI TI CHIAMASSE E TI CHIEDESSE: TU COSA FARESTI? COSA GLI RISPONDERESTI
Per prima cosa gli direi di aprire un tavolo con il Ministero del Lavoro con gli operatori del nostro settore per capire come rispondere a questa esigenza di codificazione professionale che viene chiesta a gran voce, a tutti i livelli, sia dei grandi artisti affermati, ma soprattutto dei tanti operatori del settore che svolgono un lavoro enorme per nulla riconosciuto.
Poi coinvolgerei tutti gli assessori regionali in un tavolo permanente per capire e conoscere le diverse esigenze territoriali e fare in modo che gli stessi condividessero tra loro le diverse pratiche attuate per potersi scambiare le strategie migliori e vincenti. Creare un Osservatorio territoriale sulle buone pratiche, in modo da sviluppare sinergie importanti per lo sviluppo di tutto il settore, con la creazione di veri e propri presidi della cultura, mettendo in rete il teatro, la musica, la danza, ma anche i musei, le biblioteche.
Manca una visione generale di politica culturale.
Il nostro Ministero afferma che la cultura è il nostro petrolio ma questa resta solo una affermazione.
AD EMANUELA REA, RESPONSABILE DEL SETTORE TEATRO RAGAZZI DI ATCL CHIEDIAMO QUALI SONO I PROGETTI PER QUESTO SETTORE
Lavoro in ATCL da 3 anni occupandomi sia di teatro per ragazzi che di comunicazione, innestandomi in una progettualità di ATCL già con uno storico molto forte. Fondamentalmente l’attività si divide tra appuntamenti per le famiglie, spettacoli per le scuole e formazione direttamente nelle scuole dei Comuni che hanno aderito al progetto, attraverso la didattica della visione a cura di Casa dello Spettatore.
In questo senso infatti Sentieri dei Piccoli è stato un progetto pilota di Atcl, iniziato molti anni fa e al quale ho collaborato per un periodo da esterna, che coinvolgeva tanti Comuni del Lazio con spettacoli e attività di formazione e avvicinamento al teatro. Da allora possiamo dire che il Teatro per Ragazzi è cambiato molto sia nella proposta di contenuti che nella ricerca sul linguaggio, pensato appositamente per le diverse fasce di età dei bambini, ma anche per un’estetica più contemporanea, che riflette la comunicazione che viviamo ogni giorno. Per questo pensiamo che sia ancora più importante promuovere ora un teatro ragazzi che con consapevolezza fornisca strumenti di crescita e approfondimento del vivere sociale.
Tra le attività formative vorrei ricordare anche il progetto di alternanza scuola lavoro realizzato a Civitavecchia in alcuni istituti superiori e gestito dalla mia collega Isabella Di Cola per cui si affrontavano in classe non solo tematiche relative al mondo dello spettacolo, ma si discuteva anche la programmazione del Teatro Traiano dedicata al contemporaneo .
COSA E’ CAMBIATO CON L’ARRIVO DELLA PANDEMIA
Con l’arrivo della pandemia abbiamo ripensato come lavorare sul territorio cercando di creare una rete che comprendesse anche il pubblico. Da organizzatrice il mio compito è creare delle opportunità per le compagnie sostenendo progettualità e un pensiero artistico interessato a un reale rapporto con il pubblico. Nasce così il bando IN VIVA VOCE – nuove tracce di teatro ragazzi, rivolto alle compagnie professioniste del Lazio NON finanziate dal Mibact, che stavano lavorando ad una nuova produzione. Al Bando hanno risposto 25 compagnie del territorio e sono stati selezionati 3 progetti a cui ATCL darà un sostegno per il debutto in teatro. La giuria era composta da: Mario Bianchi, direttore di EOLO Rivista online di Teatro Ragazzi; Cira Santoro per ATER Fondazione – circuito dell’Emilia Romagna; Silvia Colle per ERT FVG- circuito del Friuli Venezia Giulia; Tonio De Nitto, regista di Factory Compagnia; ed io per ATCL.
Le fasi della seconda selezione erano pubbliche sul facebook di ATCL, permettendo quindi al pubblico ma anche al gruppo di visione coordinato da Casa dello Spettatore di entrare nel vivo della creazione artistica e nelle sue dinamiche. Un’opportunità unica per le compagnie di creare un dialogo in una fase così delicata com’è quella della produzione di un nuovo spettacolo. Abbiamo quindi delle linee che vanno a unire compagnie, operatori, pubblico, in uno scambio di competenze e stimoli che ha al centro della riflessione i ragazzi.
La partnership con gli altri circuiti ha aperto le porte a una collaborazione su un progetto di ERT circuito del Friuli Venezia Giulia, la piattaforma FAD DAD centrata sul teatro ragazzi e la formazione dei docenti (per ora avranno i crediti gli insegnati del Friuli, però stiamo lavorando per allargarlo anche agli insegnati del Lazio) con l’obiettivo di far accreditare questo percorso al Miur.
Articolo a cura di Maurizio Stammati. In foto Luca Fornari e Maurizio Stammati.