“Incontriamo oggi Massimo Bertoni, resposabile organizzativo del Teatro Evento, compagnia storica del teatro ragazzi italiano, attiva da 50 anni, con sede a Vignola (MO). Con lui vogliamo parlare di un personaggio di fantozziana memoria che si è inventato e che sta facendo vivere sui social, IL LAVORATORE DELLO SPETTACOLO.”
Come è nato questo personaggio e che cosa ci racconta?
IL LAVORATORE DELLO SPETTACOLO nasce i primi di marzo 2020, quando il tempo, per tutti noi, si è all’improvviso dilatato. Carcerato in casa dal lockdown, costretto allo smart working, senza i mille contatti umani quotidiani, per gioco gli ho dato vita. Non sono proprio io, è una sorta di pupazzo animato da me, ma che in qualche modo rappresenta me e tanti altri miei simili (colleghi, amici). All’inizio non pensavo avrebbe avuto il seguito che ha avuto, soprattutto in quei mesi, ma i “like” e i commenti mi hanno spinto a proseguire e il personaggio si è via via sempre meglio definito. Racconta i fatti di oggi visti da chi lavora in un mondo da sempre un po’ precario, da chi non ha quasi mai avuto voce in capitolo, ma si considera un aristocratico, con l’ironia di chi ha visto cadere quasi tutti gli ideali e da un’angolazione spesso decentrata. Il paragone con Fantozzi è lusinghiero, ma IL LAVORATORE DELLO SPETTACOLO, nelle intenzioni, non è così tragico, un filo di folle speranza rimane persino oggi.
Venerdì scorso ero a Bologna, in Piazza Roosvelt per la manifestazione dei lavoratori dello spettacolo, ho girato perchè pensavo di incontrare il Lavoratore dello Spettacolo, ma non l’ho trovato, come mai?
IL LAVORATORE DELLO SPETTACOLO giovedì scorso, la sera, è diventato nonno. Il trauma gli ha impedito qualsiasi attività fino al lunedì mattina, quando è ritornato diligentemente alla sua postazione di lavoro. Avrebbe comunque voluto essere con i colleghi in piazza, magari a Palermo, che c’è più caldo e allegria.
Cosa fa e cosa consiglia di fare ai suoi colleghi il Lavoratore dello Spettacolo in questo periodo così difficile?
Sopravvivere, prima di tutto, questo ognuno di noi lo fa e lo deve fare come può e come sa, siamo tantissimi, diversissimi, non c’è una ricetta comune, se non l’adattabilità. Poi unirsi e farsi sentire sempre, nomen omen, IL LAVORATORE DELLO SPETTACOLO è indice di una categoria unitaria, altrimenti sarebbe L’ATTORE, o IL REGISTA, o IL FONICO… etc. etc. Agli artisti poi il consiglio è pensare, progettare, produrre, produrre, produrre, verrà presto il tempo di mostrare, in questo periodo uno Stato serio avrebbe dato 1 miliardo di euro alle Residenze Artistiche (in senso lato).
Quali sono i possibili sviluppi di questo straordinario personaggio che tutti ci rappresenta?
Qui può rispondere lui: “IL LAVORATORE DELLO SPETTACOLO pensa che, se non fosse per quella buona donna della Fornero, adesso lui sarebbe IL PENSIONATO DELLO SPETTACOLO, ma, mala tempora currunt, quindi pensa che dovrà continuare ad intervenire, magari più spesso anche in video, sperando di non diventare IL DISOCCUPATO DELLO SPETTACOLO”…
INTERVISTA A CURA DI MARCO RENZI