INCONTRI IN TEMPO DI COVID…Intervista a Linda Eroli Presidente di Assitej Italia

Incontriamo Linda Eroli all’indomani del secondo lockdown che sta facendo barcollare il Teatro Italiano, già duramente provato da ciò che è accaduto da Marzo in avanti. Linda è Presidente di Assitej Italia, cominciamo con il capire che cos’è Assitej e ce lo facciamo spiegare da lei stessa:

“Assitej è un’organizzazione mondiale alla quale aderiscono 80 Paesi che ha come scopo la diffusione della cultura teatrale per l’infanzia e i giovani.”

Quindi una struttura molto capillare e diffusa, viene subito in mente l’UNIMA.

“Si, ci sono diverse analogie tra il ruolo che Assitej svolge nel teatro ragazzi e che UNIMA ricopre per il Teatro di Figura. Conta 105 associati divisi tra compagnie piccole, medie e grandi, insieme a diversi Circuiti Teatrali Regionali, organizzatori, Teatri ed anche singoli artisti e studiosi di Teatro. L’Associazione non si occupa nel suo specifico di rivendicazioni di carattere sindacale ma esclusivamente di politica culturale. Per ulteriori approfondimenti è disponibile il sito internet www.assitej-italia.it, dove, per chi fosse interessato, sono indicate anche le modalità di adesione.”

Come seconda domanda chiediamo a Linda Eroli che cosa ha fatto Assitej per i suoi associati nel corso dell’emergenza Covid che stiamo vivendo:

“Assitej prima della chiusura totale di Marzo, quando già le uscite delle scuole per andare a Teatro erano state bloccate, ha scritto al MIBACT cercando di sensibilizzare sulla difficoltà che le compagnie stavano affrontando venendo a mancare il tradizionale rapporto con la Scuola, poi c’è stato il lockdown e le difficoltà sono diventate montagne sempre più difficili da spostare. Durante la chiusura Assitej è stata molto attiva attraverso i social, soprattutto sulla sua pagina fb, ha creato un gruppo di lavoro interno, a sua volta diviso in ambiti di discussione, con l’obiettivo di una riflessione sul ruolo del Teatro Ragazzi nella fase di emergenza che stavamo attraversando con particolare riferimento a ipotesi di risposte che potessero aiutare a superare la stessa. Ha aperto un confronto non solo con operatori italiani ma anche con colleghi di altri paesi europei e non, cercando riposte internazionali ad un problema che di fatto interessa il mondo intero. Ha cercato di interloquire con il MIBACT, ma anche con la conferenza delle Regioni e con l’ANCI al fine di individuare possibili soluzioni per la salvaguardia del settore Teatro Ragazzi. Ha promosso incontri sul web e azioni di comunicazione che tenessero vivo e alto il dialogo con i nostri interlocutori principali.  Non era nostro compito esprimerci invece sulla possibilità o meno di mettere lo spettacolo per ragazzi on line. Mio parere personale è che il teatro si nutra di un rapporto imprescindibile con suo pubblico, pur tuttavia non mi sento di demonizzare chi ha scelto di offrire la fruizione in internet, credo però che chiunque voglia confrontarsi con il digitale debba affrontare la questione dei mezzi e delle competenze necessari nella progettazione artistica, pena non un interesse al teatro ma un allontanamento dallo stesso.”

Come ultima domanda chiediamo che cosa dovrebbe fare oggi il Teatro Ragazzi.

“La situazione odierna è molto difficile, questo secondo lockdown arriva a colpire un settore già reso fragile, credo che il Teatro Ragazzi Italiano debba innanzi tutto cercare di farsi percepire come importante, come elemento vivo e in continuo fermento e questa percezione la deve saper trasmettere certamente alle Istituzioni Nazionali, ma anche a quelle Locali e soprattutto al suo pubblico, ai ragazzi, alle scuole e alle famiglie che lo seguono. L’altra raccomandazione che farei è quella di evitare di muoversi in ordine sparso, cercando invece di fare massa critica. Bisogna sviluppare azioni e obiettivi comuni. Infine raccomanderei di tenere saldo il filo di collegamento con il pubblico, questa è una connessione fondamentale, vera ricchezza del nostro lavoro e zenit verso cui tenere sempre ben salda la barra.”