LA GUERRA IN UCRAINA ATTRAVERSO GLI OCCHI DI PADRE IHOR BOYKO

Padre Ihor Boyko è un sacerdote ucraino greco-cattolico, Rettore del Seminario di Lviv (Leopoli), professore di bioetica presso Università Cattolica Ucraina.

LA GUERRA IN UCRAINA HA COLPITO PROFONDAMENTE L’EUROPA CHE, DOPO UN’INIZIALE INCREDULITA’, HA DECISAMENTE PRESO POSIZIONE A SOSTEGNO DEL DIRITTO ALLA DIFESA DA PARTE DEL GOVERNO DI KIEV. ERANO 70 ANNI CHE L’EUROPA NON VEDEVA UNA GUERRA DI QUESTE DIMENSIONI E MOLTI SUOI ABITANT, ME COMPRESO, NON AVEVANO MAI NEPPURE IMMAGINATO CHE POTESSE VERIFICARSI UNA SITUAZIONE DEL GENERE. LEI PADRE IGOR CHE IN UCRAINA CI VIVE, COME HA REAGITO DI FRONTE A QUESTO SCENARIO.

Ricordo molto bene i primi giorni di guerra. Panico nelle città, una fila lunghissima di macchine in dogana verso paesi europei, benzinai vuoti, mancanza di prodotti nei negozi, profughi e rifugiati, sirene, bombardamenti, fumo nero, feriti, morti… Uno scenario spaventoso. Ma subito ci siamo resi conto che non va bene essere presi dalla paura. Abbiamo pensato come possiamo agire per essere d’aiuto a coloro che proteggono la nostra patria o hanno perso la loro casa. Già nei primi giorni ho ricevuto molte chiamate dall’Italia. Tanti mi chiedevano: “Cosa vi serve? Come possiamo aiutarvi?” Amici e persone sconosciute, parrocchie e Caritas diocesane, organizzazioni e fondazioni hanno cominciato a venire in Ucraina per portare aiuti umanitari in grande quantità. Abbiamo accolto nel nostro seminario di Lviv più di 180 profughi da diverse città dell’Est Ucraina, soprattutto le città di Kharkiv, Kyiv, Zhytomyr, Regione di Donetsk e Luhans’k. Dopo qualche settimana, abbiamo ripreso l’insegnamento e la formazione nel seminario. Non posso dire che era facile. Soprattutto quando suonavano le sirene e ci avvisavano del possibile attacco missilistico noi tutti dovevamo scendere nel rifugio (bunker) sotto il seminario. A volte questo poteva capitare 2-3 volte durante la giornata e a volte 1-2 volte durante la notte. Era una realtà completamente nuova per noi. 2-6 ore al giorno nel bunker. A volte diventava fisicamente e psicologicamente difficile far fronte a questo suono delle sirene e a questa realtà. Ma, come dico spesso ora, ormai ci siamo abituati a vivere con guerra. Una sensazione strana, ma pur vera.

LEI OPERA A LEOPOLI, UNA DELLE GRANDI CITTA’ UCRAINE VICINE AL CONFINE CON LA POLONIA, COME HA REAGITO LA GENTE DI FRONTE AL CONFLITTO, QUALI SONO GLI STATI D’ANIMO CHE HANNO ATTRAVERSATO LA POPOLAZIONE.

Una parte della popolazione, colpita dalla paura, ha preso decisione di abbandonare subito Ucraina e andare verso Europa. Si parla di 6-8 milioni di persone. Soprattutto le mamme con i bambini. I mariti e nonni rimanevano piuttosto in Ucraina per proteggere la nostra terra dall’aggressore. Dall’altra parte Lviv e Ucraina Occidentale hanno accolto tantissime persone che hanno abbandonato le loro abitazioni nei territori occupati dai russi e con treni di evacuazione o altri mezzi, spesso sotto le bombe e spari, sono riusciti a scappare via e salvare la propria vita. Ho avuto modo di ascoltare le persone da Mariupol. Ciò che raccontano e come sono rimasti vivi è un vero miracolo. Diverse parrocchie, seminari, monasteri, scuole, università e case private hanno accolto queste persone. Centinaia. Questa guerra ha suscitato in molte persone uno spirito di solidarietà e vicinanza incredibili. Il fatto che oggi è il 250 ° giorno di guerra e noi resistiamo e resisteremo alla fine è dovuto al fatto che tutto il popolo ucraino ha fatto vedere a tutto il mondo il grande coraggio e amore per la patria. Ora noi sappiamo molto bene il prezzo della libertà. Grazie a tutto il mondo tra cui Europa in primis per la solidarietà e vicinanza.

SE DOVESSE FARE UN ELENCO DELLE COSE CHE SERVONO E SERVIRANNO PERF IL FUTURO DEL PAESE, COSA METTEREBE AI PRIMI POSTI.

Ci avviciniamo all’inverno e questo sarà un inverno più duro nella storia dell’indipendenza dell’Ucraina. Da come si comportano i russi vediamo che loro vogliono toglierci elettricità, acqua e gas. Vogliono fare di tutto per metterci in ginocchio e farci arrendere. Non abbiamo paura del freddo e ci adatteremo anche all’inverno. In primo posto oggi metterei come bisogno principale i generatori, abbigliamento termico, medicine e cibo. Per esempio, nel nostro seminario per il momento abbiamo un grande bisogno di un generatore con la potenzialità di 100 kWt. Il prezzo è intorno a 32000 euro. Senza questo generatore non riusciremo oltrepassare inverno se non ci sarà elettricità. Abbiamo 165 seminaristi. La nostra cucina dipende dall’elettricità e anche dal riscaldamento. Se ci tolgono via elettricità non potremo fare niente e saremo costretti a chiudere il seminario. Spero tanto che riusciremo a trovare qualcuno che ci aiuterà. Se penso alle persone di Kharkiv o di Zaporizia immagino che tante persone abbiano perso il lavoro e vengano nella chiesa per ricevere aiuti umanitari. Quindi i vestiti pesanti, le medicine e cibo è una cosa indispensabile per loro.

SE POTESSE SCRIVERE UNA LETTERA AI RESPONSABILI DI QUESTO MASSACRO, COSA DIREBBE.

Fermate la guerra! Non importa cosa vi ha spinto a iniziare questa guerra. La Sacra Scrittura dice che sono gli uomini a dare sempre inizio a una guerra. Dopodiché cominciano a tremare le fondamenta della terra. Ma sarà il Signore a scegliere il giorno e il modo in cui porre una fine a tutto. Vi chiedo di ascoltare il Signore nel cuore e sentire la Sua Parola: basta con le armi! È finità! Abbiamo sbagliato! Ritiriamo le nostre armi, andiamo via dall’Ucraina, torniamo in Russia e chiediamo scusa per i danni che abbiamo procurato al popolo ucraino e a tutto il mondo, Russia inclusa.

COSA STA FACENDO LA CHIESA IN UCRAINA PER AFFRONTARE LE SOFFERENZE DI UN POPOLO COSI’ DURAMENTE COLPITO

La chiesa in Ucraina sta cercando di essere vicino alle persone che si trovano in difficoltà causate dalla guerra. Sono stati accolti centinaia di profughi nelle chiese, parrocchie, monasteri, centri mariani e seminari. I sacerdoti accompagnano le persone che hanno perso i loro famigliari in guerra con la preghiera e supporto psicologico. Abbiamo tanti sacerdoti che sono i cappellani militari. La settimana scorsa sono venuti da noi nel Seminario di Lviv 23 italiani da diverse città italiane, la maggior parte di loro erano sindaci o vicesindaci. Sono venuti in Ucraina per stabilire rapporti di collaborazione con altri sindaci ucraini. Di sera siamo andati in città per fare una visita. Siamo entrati in una chiesa alle 19:30 e abbiamo visto una chiesa grande piena di gente, tutti in ginocchio a pregare il rosario. Alcuni italiani, molto commossi da ciò che hanno visto, mi hanno sussurrato all’orecchio che non hanno mai visto tanta gente durante la settimana in chiesa a pregare. La preghiera è uno strumento molto forte per combattere il male. Questa guerra deve essere combattuta anche con il digiuno e la preghiera che danno il coraggio e la forza spirituali. La paura e l’odio vengono sostituiti con l’amore verso Dio e la patria.

intervista a cura di Marco Renzi