IAIA FORTE, IN QUESTO MOMENTO NON SOGNO

Diplomata al Centro sperimentale di cinematografia, ha debuttato in teatro con Toni Servillo, vincendo con “Il Misantropo” di Molière il Premio della Critica come migliore attrice. Ha collaborato a lungo con il gruppo Teatri Uniti. Sempre in teatro ha lavorato con Leo de Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Federico Tiezzi, Emma Dante, partecipando a spettacoli premiati dalla critica. Per il cinema ha interpretato Libera di Pappi Corsicato, con cui ha lavorato anche ne ” I buchi neri”, “I vesuviani” e “Chimera”. Sempre al cinema ha lavorato con Maurizio Nichetti, Marco Ferreri, Tonino De Bernardi, Mario Martone, Renato De Maria e Marco Risi, ottenendo due Nastri d’argento e un premio Sacher come migliore attrice protagonista. Ha interpretato inoltre la parte di Trumeau ne “La grande bellezza” (2013) di Paolo Sorrentino.

D: COME STANNO I TUOI PENSIERI E I TUOI SOGNI?

R: in questo momento non sogno… ho grosse difficolta a immaginare il futuro. È stato il primo anno nel quale non ho girato, un anno di stanzialità nel quale ho riscoperto una condizione di studio, una condizione per me.

D: SEI UNA COLONNA DEL TEATRO IN ITALIA. HAI UN PERCORSO STRAORDINARIO, HAI LAVORATO SEMPRE CON IMPORTANTI REGISTI DA CARLO CECCHI A EMMA DANTE, COME VEDI QUESTA PARTE DEL TEATRO ADESSO.

R: Sono stata molto fortunata, a incontrare, fin dagli inizi della mia carriera, quelli che per me erano i più grandi registi e utopisti e ad incontrarli soprattutto nel momento storico in cui si era fermamente convinti che il teatro fosse un grande strumento che potesse e dovesse arrivare a tutti.

Ora Sembra quasi che questa utopia sia andata persa e sembra che si torni ad un teatro di puro intrattenimento. Avendo fatto tanto teatro sperimentale, sento questi tempi incerti.

Fortunatamente conosco molti giovani, motivati, appassionati, che tornano ad avere il teatro come punto di arrivo. Anche grazie a loro il teatro continua ad essere un punto di felicità per me.

D: COSA CONSIGLIERESTI A CHI VOLESSE INTRAPRENDERE LA CARRIERA DI ATTORE?

R: studiare prima di tutto. Esprimere la propria visione delle cose. Cercare di trovare  il proprio percorso.

D: ANCHE NEL CINEMA HAI AVUTO TANTI RICONOISCIMENTI. COME HAI VISSUTO E COME VIVI QUESTA “LINEA D’OMBRA” TRA ATTRICE DI TEATRO E ATTRICE DI CINEMA? NON È DA TUTTI RIUSCIRE AD AVERE CALORE ED ANIMA IN ENTRAMBI I MONDI.

R: Fondamentalmente mi considero un’attrice di teatro, che ha avuto la fortuna di lavorare con registi che gravitavano tra cinema e teatro. I due mezzi sono completamente diversi, ma lavorando con registi, sia in teatro che sul set, che chiedono ascolto, presenza, la cosa mi fa sentire sempre a mio agio.

Il mio studio al centro sperimentale mi ha insegnato a stare davanti alla macchina da presa. La vera differenza, come dice Marlon Brando, è che “il teatro è degli attori e il cinema è dei registi”.

D: COME POSSONO TEATRO E SCUOLA ESSERE MONDI CONCILIANTI?

R: Paolo Grassi, grande organizzatore e pensatore di teatro italiano, ha creduto alla forza formativa del teatro, facendo diventare gli studenti degli spettatori. Il teatro è un luogo di aggregazione, ha un potere di formazione e gioco altissimi, che fa bene sempre. L’Italia è uno dei pochi paesi nei quali il teatro non è materia curriculare. Farlo, guardarlo, praticarlo è un grande strumento di formazione.

D: NAPOLI È UNA CITTÀ TEATRO. COM’È STATO DIVENTARE ATTRICE IN UNA CITTÀ COSI’ PERMEATA DI TEATRO E  PIENA DI COMPETITIVITA’?

R: Prima di tutto Napoli mi ha regalato una lingua/dialetto, essendo l’italiano una lingua cosi recente, avere una lingua/ dialetto è stato come avere una nonna, un riferimento sonoro molto utile, molto funzionale al teatro.

Napoli conserva ancora una forte identità, è una città che poco si è omologata al resto. Per me è stata importante, fondamentale e importanti sono stati, per la mia prima formazione, gli incontri con quegli attori, quei registi con i quali lavoro ancora, con coloro che hanno sempre voluto rilanciare Napoli, in chiave più contemporanea.

D: IN QUESTO PERIODO SIAMO STAI CHIAMATI A SVOLGERE PARTE DELLA NOSTRA ATTIVITÀ IN STREAMING. CHE NE PENSI?

R: Non ne sono una grande fautrice. In un mondo che tende ad allontanarci, il teatro resta un luogo di incontro e spererei in un abbandono dello streaming una volta passato questo periodo. Sono in totale disaccordo con il ministro che si augura una continuità dello streaming

D: SU COSA STAI LAVORANDO ADESSO

R: Per il NAPOLI TEATRO FESTIVAL sto preparando due progetti: il primo è uno spettacolo su Sandro Penna, un poeta del novecento a cui sono particolarmente legata, il secondo, invece, in collaborazione con lo scrittore Sandro Trevi, che mi ha chiesto di interpretare una pièce dedicata ai Borboni.

Inoltre per il Teatro Mercadante, con il regista cinematografico Gianfranco Pannone, farò un monologo su Elvira Notari, prima regista donna italiana, napoletana, una figura poco conosciuta ma molto interessante

D: SE DRAGHI TI CHIAMASSE E TI DICESSE CHE SEI TU IL NUOVO MINISTRO DELLA CULTURA. QUALE SAREBBE LA PRIMA COSA CHE FARESTI?

R: RIAPRIREI I TEATRI. Da adesso inizierei a programmare una riapertura.

Intervista a cura di Maurizio Stammati