TEATRO RAGAZZI: LE PAROLE DI CHI INSEGNA
“Uscivamo sempre con la voglia di fare qualcosa di bello.”
Di Livio Valenti
Intervista agli insegnanti, alle maestre e ai prof.
Hanno contribuito con le loro parole: Claudia Ristori, Michela Vannini, Franca Nassini, Monica Checcacci, Francesco Benucci, Simona Ceccarelli, Chiara Renzetti, Giuliana Crestini, Michela Vannini, Chiara Bulletti, Chiara Casucci, Sara Livi, Sara Nocciolini.
Ho deciso in questo articolo per UTOPIA di dare voce agli insegnanti che portano i loro alunni a teatro. Sono loro che, come dice l’etimologia della parola INSEGNANTE, lasciano il segno. Qualche mese fa, in un altro scritto per la nostra rivista, avevo intervistato gli alunni che mi hanno folgorato con la lucidità e la vivacità delle loro osservazioni: una meraviglia! Che cosa pensano però quelli che li prendono per mano e li accompagnano?
Ecco le loro risposte a tre semplici domande dalle quali emerge una profonda consapevolezza.
Pensavo di dover fare una introduzione e dei commenti per focalizzare l’argomento e invece, rileggendo il tutto, ho scoperto che le interviste parlano da sole.
Ho cercato di riportare le parole che mi sono arrivate senza inserire variazioni limitandomi ad evidenziare in neretto alcuni passaggi che mi sono sembrati importanti. Credo che queste riflessioni siano utili per mettere a fuoco l’importanza del teatro per le nuove generazioni.
Grazie a tutti quelli che hanno contribuito con queste preziose parole.
- Perché è importante, se lo è, portare i bambini e i ragazzi a teatro?
ll teatro è una forma d’arte unica, completa. I bambini partecipando a uno spettacolo teatrale sono inconsapevolmente immersi nell’arte, nella cultura, nella bellezza. Il teatro stimola l’immaginazione, la creatività, aiuta a sviluppare l’empatia, migliora l’attenzione e la concentrazione, offre modelli di comportamento, favorisce il linguaggio e la comunicazione e crea legami affettivi.
Attraverso il teatro i bambini sviluppano la loro immaginazione e la creatività, certamente molto più che attraverso lo schermo di una tv o di un display di fronte ai quali sono recettori passivi. Ogni spettacolo dal vivo li mette in contatto ravvicinato con gli attori e tra palco e platea si crea una magica empatia. I bambini diventano parte integrante dello spettacolo e interagiscono con i loro applausi e le loro voci acclamanti. Inoltre il teatro dà loro l’opportunità di vivere attraverso le storie rappresentate vite diverse dalla propria, allargare i loro orizzonti mentali e stimolare la propria sensibilità.
Il teatro è riflesso del reale o per contro espressione del sogno o ancora dell’immaginazione umana. I ragazzi possono comprendere attraverso la rappresentazione le ragioni profonde dell’uomo, le sue aspettative, i sogni impossibili, le storture della storia, le contraddizioni della società e il paradosso delle convenzioni sociali. Ciascuno, anche i più piccoli, può riconoscersi nell’altro e capire le fragilità dell’umanità di ogni tempo e la trappola delle passioni e trovare una risposta individuale all’errore o al dolore.
Il teatro mette in scena le emozioni, ne rappresenta dinamiche e sfaccettature e lo fa con un approccio più diretto, vivo e vitale rispetto ad altre tipologie artistiche. Pertanto consente ai ragazzi di avvicinarsi alle emozioni in modo inusuale portandoli a immedesimarsi, a riflettere e a formarsi su un aspetto, quello emozionale, che è spesso il più difficile da gestire nel nostro percorso.
Quale migliore luogo di incontro può stimolare la fantasia e far provare emozioni? Il teatro rappresenta un’esperienza unica per i bambini, in cui le narrazioni, sia svolte da persone vere sia recitate da personaggi, catturano l’attenzione e fanno nascere riflessioni. Le emozioni sono alla base di ogni apprendimento e soprattutto in giovane età il teatro rappresenta un’esperienza importante per la crescita cognitiva ed emotiva di ogni bambino.
Portare i bambini a teatro è sicuramente un’esperienza importante ed unica. Ogni volta che si entra in teatro la magia e la bellezza del luogo stimolano la loro creatività, la loro fantasia, l’immaginazione, oltre a favorire lo sviluppo emotivo e sociale. Il teatro offre l’opportunità ogni volta di entrare in una storia, in un racconto nuovo. Un’esperienza sicuramente favorevole anche per affrontare tematiche difficili, immergersi in culture diverse, arricchire il proprio bagaglio culturale. Il teatro è anche luogo di condivisione e di rispetto con regole precise, aiuta e sollecita l’attenzione, l’ascolto e promuove l’empatia e il piacere del bello. Credo che sia un’esperienza che ogni bambino dovrebbe fare spesso.
È importante perché i ragazzi provano delle emozioni vere, non assistono passivamente allo spettacolo ma vi prendono parte.
I bambini hanno diritto di partecipare agli spettacoli perchè hanno diritto a partecipare a cose belle, questo serve a sviluppare il loro pensiero creativo, a mettersi nei panni degli altri e avere un atteggiamento più empatico. Il teatro stimola la riflessione.
Perché il teatro è vita che si muove davanti agli occhi: accende immaginazione, empatia, ascolto. È uno spazio magico dove tutto può accadere e ogni bambino può trovare un pezzo di sé.
Perché apre gli occhi, la mente e il cuore; è un’attività estremamente stimolante. In una società di mondi e, troppo spesso, anche di relazioni virtuali il teatro è umano e veritiero.
Come insegnante, quando porto i/le miei/e alunni/e a teatro, mi sento più responsabile e impegnata a garantire che l’esperienza sia educativa e significativa per loro. È molto importante proporre loro l’arte, di cui non mi sento esperta, e il teatro è un linguaggio diverso, sicuramente più inclusivo della solita comunicazione orale che regna a scuola. Cerco di proporre almeno un evento teatrale all’anno, ma condivido con le famiglie tutti gli eventi che trovo sui social.
Credo sia importante per sviluppare l’empatia dei bambini, per aiutarli a sviluppare la sua creatività e anche aumentare i loro tempi di ascolto.
- Quali sono i ricordi delle emozioni più belle vissute in quei momenti?
I ricordi delle emozioni vissute a teatro sono tra i più intensi e duraturi dell’infanzia, perché coinvolgono tutti i sensi e si vivono “dal vivo”, in un’atmosfera unica e coinvolgente. Per esempio lo stupore, la paura, il divertimento, la tenerezza.
Le emozioni più belle sono legate agli spettacoli interpretati a teatro dai miei bambini al termine di progetti che li hanno coinvolti come attori di storie cresciute tra i banchi di scuola. Vederli progredire nelle competenze espressive, comunicative e relazionali ogni volta mi emoziona e commuove.
L’emozione più grande è ritrovarsi con le lacrime agli occhi quando ci riconosciamo nelle emozioni dei protagonisti: gioia, angoscia, speranza , paura, attesa… Così possiamo capire che siamo della stessa sostanza dei sogni: fragili, audaci , visionari, terribilmente malvagi e allo stesso tempo sublimi e meravigliosi. Insomma un guazzabuglio del cuore.
I ricordi più belli sono i volti dei ragazzi: un sorriso, una bocca spalancata sinonimo di stupore, una lacrima di commozione, uno sguardo rapito…ogni peculiarità svela che qualcosa di bello e futuribile sta avvenendo nella testa e nel cuore del giovane spettatore.
Ricordi bellissimi sono legati, innanzi tutto all’ambiente stesso del teatro. Un palcoscenico è uno spazio in cui tutto é realmente possibile. Accoglie e raccoglie le esigenze della fantasia e del cuore di ognuno di noi. Le voci degli attori accompagnate dalla musica, conducono in una piacevolissima dimensione, in cui lo spettatore è invitato ad immergersi in un viaggio tutto da scoprire, molto spesso anche introspettivo.
Per me il teatro è ricco di ricordi e forti emozioni prima da insegnante e successivamente da mamma… Ho portato a teatro la mia bambina piccolissima e vedere quegli occhietti curiosi aspettare che si alzasse il sipario è sempre una magia e non solo i racconti, le narrazioni, le risate e i disegni che i bambini poi restituiscono sono sempre ricordi molto belli.
Uno dei ricordi più belli è legato allo spettacolo “Lupo” proposto qualche mese fa agli alunni di prima media. Si trattava di una narrazione teatrale piuttosto impegnativa per la loro età. In prima battuta i ragazzi hanno detto che non era stata divertente, poi hanno iniziato a parlarne in classe e mi sono resa conto che molti avevano seguito la storia nei minimi particolari ed erano stati capaci di cogliere il senso profondo di un gesto in apparenza crudele ma in realtà di rispetto se non di amore. Si erano messi nei panni del protagonista. Mi sono emozionata io, lo confesso. Forse li avevo sottovalutati o avevo sottovalutato la potenza del teatro.
Sono attenta a osservare la loro reazione, mi stupisco delle loro espressioni stupite e godo delle loro risate; indago ciò che hanno colto e che portano via con sé una volta rientrati/e a scuola.
Ciò che mi ha fatto emozionare di più è stato lo stupore sul volto dei miei alunni. Ricordo con piacere di averli visti attenti e partecipi, curiosi di conoscere i trucchi del teatro. Una delle domande più belle è sempre: “Ma come ha fatto il tal personaggio a fare questo, a risolvere quel problema?”
Lo stupore negli occhi dei bambini alla prima apparizione di un personaggio. Le risate improvvise, il silenzio pieno quando la storia tocca il cuore. E poi, le loro domande dopo lo spettacolo: vere, profonde, bellissime.
Vedere i bambini sorridere, stupirsi e spaventarsi per quello che vedono succedere nella rappresentazione è sempre bello. Un bambino, ogni volta che passava davanti alla finestra dove avevamo visto la storia del lupo mi ha ripetuto “qui c’è il lupo, ma non ci fa niente” per diversi mesi…
- Se oltre che insegnante sei anche genitore qual è la differenza di sensazioni quando porti a teatro i tuoi alunni o i tuoi figli?
Con i figli è stato sempre un momento speciale, affettivo, dove spesso mi trovavo a spiegare, a collegare quello che vedevamo a cose o eventi accaduti in famiglia. Comunque bellissimi ricordi, eventi aspettati, affettivamente speciali.
Non sono state molte le occasioni di condivisione con mia figlia, che va a teatro ormai senza di me. In passato Ely, vinta la paura del palcoscenico, lo ha calcato come danzatrice e mi diceva che il buio non fa dimenticare la platea di cui, sempre a suo dire, si sente il respiro e pure la risposta alla performance. Mi raccontava della forte emozione e del timore di non ricordare i vari passaggi che avrebbero impedito di comprendere ad esempio la tragicità della morte di Clorinda. Lei vede il teatro come il riflesso dilatato della vita, in grado di fornire una lente di ingrandimento sul mondo. Da piccola le piacevano molto i burattini e le commedie di Goldoni. Vedeva e penso veda ancora il teatro un modo per sorridere su tutti i nostri limiti con leggerezza.
Non sono genitore. Vedo i miei piccoli alunni illuminarsi in volto e spalancare gli occhi. Non mancano i commenti e le impressioni nei momenti di condivisione quando torniamo a scuola. Vengono fuori dei pensieri bellissimi, alcuni molto legati alla rappresentazione vista, altri relativi alle emozioni personali che hanno prodotto riflessioni… i bambini sono maestri del “sentire”… attraverso tutti i sensi e oltre i 5 sensi!
Con i figli vivi l’intimità del condividere una meraviglia. Con gli alunni, la gioia collettiva di un viaggio condiviso, dove ognuno reagisce in modo diverso ma tutti tornano cambiati.
La differenza sostanziale è che con la mia bambina viviamo il teatro in famiglia, quindi per noi oltre al piacere è anche una coccola che ci facciamo noi genitori. Per me mamma il teatro è sicuramente un luogo magico, di crescita, di scoperta e di forti emozioni. Un posto del cuore
pieno di sensazioni belle, positive e uniche. Come insegnante quando accompagno i bambini a teatro, soprattutto quando è la loro prima volta, è un piacere unico potergli stare vicino e condividere con loro questa esperienza.
Ho portato più volte i miei figli a teatro quando erano piccoli, anche con i loro amici. Si trattava di spettacoli divertenti e quindi era un momento per stare insieme in allegria. Uscivamo sempre con la voglia di fare qualcosa di bello.
Quando ho portato mia figlia a teatro per me era un clima molto più rilassante e mi godevo di più la storia perché quando vado come docente spesso con le orecchie e con lo sguarda seguo il gruppo per controllare che si comporti bene, che i bambini non si spaventino del buio e che quelli con difficoltà siano a loro agio. Quando ci sono andata come genitore me lo sono goduto di più ed è stato con mia figlia un momento molto bello che porto nel cuore. Quando vado come docente la mia parte professionale ha un grande ruolo e quindi “lo spettacolo me lo godo e non me lo godo” perché sono molto presa dal controllare la situazione generale.
Come genitore, quando porto i/le miei/mie figli/e a teatro, mi sento più rilassata e felice di condividere un’esperienza speciale con loro. Sono più attenta a godermi il momento e a vedere la loro reazione di gioia e meraviglia. In entrambi i casi, tuttavia, l’obiettivo è lo stesso: offrire un’esperienza unica e significativa che possa arricchire la loro vita e la loro crescita.
INOLTRE … Con gli alunni il teatro è un’esperienza educativa di gruppo, è un momento atteso perché programmato che comporta una preparazione piuttosto articolata. Ci si prepara all’evento leggendo storie, facendo attività prima e dopo aver visto lo spettacolo. Si possono valutare tanti aspetti dei bambini altrimenti sconosciuti come la reazione a trovarsi in un vero teatro, a mantenere l’attenzione per tutto il tempo, a rispettare delle regole, a seguire una storia lunga e articolata, a gestire delle nuove emozioni.