GIUSEPPE BORON – PRESIDENTE DELLA FNAS – FEDERAZIONE NAZIONALE ARTISTI DI STRADA

Giuseppe Boron è nato a Milano il 5 giugno 1960. Si avvicina sin da piccolo alla musica imparando a suonare la chitarra, scopre il clarinetto a vent’anni e a venticinque si innamora perdutamente del sassofono. Abbandona la professione che svolgeva, scioglie lacci e lacciuoli, molla gli ormeggi e punta dritto allo studio e all’approfondimento di questo strumento per fare della musica la sua principale ragion d’essere.

Giuseppe è un artista poliedrico, Sulla scena è:
– Sassofonista: propone concerti e show con repertori di jazz melodico e musica leggera
– Attore, performer: propone spettacoli teatrali e di cabaret musicale
Dietro le quinte è compositore e arrangiatore: scrive musiche per video, pubblicità, canzoni, opere teatrali, film.
I suoi progetti artistici prevedono esibizioni da solo (con il Recital SOLOSAX), in duo (comico musicale: Duo Nebbia e Pepino & Fedele), con la Compagnia teatrale e il quartetto.

Dal 2015 è presidente della Fnas Federazione Nazionale Artisti di Strada

Ciao Beppe mi puoi parlare un po della Fnas che cosa è la Fnas?

La Federazione nazionale delle arti in strada è un’associazione che si occupa di arte nello spazio pubblico in tutte le sue manifestazioni. Andiamo dal libero esercizio dell’arte di strada, quindi i regolamenti di 8 mila Comuni in Italia, fino al grande spettacolo messo in scena da una compagnia all’interno di una manifestazione organizzata. Questo è quello che Fnas fa, interessandosi delle mille sfaccettature che organizzare una manifestazione comporta.

Secondo te perché un artista o una compagnia di teatro di strada si deve scrivere alla Fnas?

Innanzitutto perché la Fnas fa un sacco di cose, si occupa di alta formazione per le compagnie e le informa su tutto quello che è il mondo dell’arte e dello spettacolo di strada.

In questo periodo di lock down, dove gli artisti hanno avuto il blocco totale, la Fnas che cosa ha fatto? Li ha aiutati, è intervenuta e tenuto i rapporti anche con il Ministero. Come si pone la Fnas?

Assolutamente sì. Abbiamo cercato innanzitutto di tenere insieme questo mondo creando dei forum di discussione e siamo andati avanti anche sulla strada della trasformazione dell’associazione. Abbiamo fatto ottenere a tutti gli artisti che ne avevano diritto i ristori, e dato indicazioni a chi non poteva averne per potervi accedere, garantendo un servizio di consulenza continuo sull’argomento. In quest’ultimo lunghissimo anno e mezzo non siamo stati fermi un minuto, abbiamo lavorato su mille temi sia a livello istituzionale che di contatto con gli artisti sul territorio nazionale. Attraverso “Spazio Pubblico dal Vivo” prima, e poi con “FAS – Forum Arte e Spettacolo” – due forum ospitati delle nostre piattaforme, con centinaia di partecipanti – sono emersi tanti spunti su cui lavorare.

Me ne nomini qualcuno?

La riforma generale del settore dello spettacolo, al cui interno si parla dello spettacolo dal vivo nello spazio pubblico.

Un nuovo riferimento di rappresentanza nazionale che non sia l’Agis. La necessità di lavorare per una formazione più ampia e più legata all’internazionalizzazione degli artisti e delle compagnie.

Ci lasciamo alle spalle un periodo difficile per il settore che non solo deve ripartire ma letteralmente rinascere e la FNAS rilancia le sue attività di sostegno agli Artisti.
La FNAS non è un sindacato, ma vuole fungere da collegamento tra gli artisti e le istituzioni.

Le iniziative che c’erano un po di tempo fa come i cantieri di strada ci sono ancora?

Sono in previsione? Cosa c’è in alternativa?

Diciamo che i Cantieri di Strada si sono evoluti, in questo momento stiamo facendo una serie di Cool, cercando di mettere in comunicazione chi organizza con chi invece propone e questa stessa azione lo esercitiamo anche verso le pubbliche amministrazioni, come servizio di consulenza. Quindi ricerca di direttori artistici e di compagnie particolari per organizzare al meglio un festival.

Il rapporto con le altre associazioni tipo Anap è conflittuale o di discussione?

Diciamo che non abbiamo più avuto rapporti con Anap, si è cercato piuttosto di sviluppare un discorso al di fuori, attualmente non siamo più neanche in Agis, abbiamo creato un percorso nostro assieme a tutta una serie di associazioni e tra poco nascerà un’associazione nazionale che si occuperà di tutta la filiera del mondo dello spettacolo. Noi come FNAS siamo fra i costituenti. Quindi un percorso assolutamente diverso da quello dell’ANAP con la quale non ci siamo più neanche incontrati, abbiamo due percorsi molto differenti, ognuno fa il suo.

Quindi le prospettive per il futuro sono quelle che hai appena detto o ci sono altre idee della Fnas?

Stiamo cercando innanzitutto di evolvere. A Novembre c’è stato un Congresso in cui abbiamo chiesto una verifica ai nostri associati e c’è stata unanimità e condivisione sui progetti. Noi crediamo che il futuro sia sviluppare l’arte negli spazi pubblici, questo è fondamentale e richiede la presenza di tutta una serie di soggetti. Anche dal punto di vista della formazione stiamo viaggiando molto alto, lavoriamo ad una scuola di alta formazione, siamo in contatto con varie Università e stiamo mettendo in piedi progetti nazionali e internazionali.

Siamo ad esempio all’interno di “circo strada” che è un network internazionale, ci stiamo muovendo e cerchiamo di essere presenti laddove ci sono situazioni in evoluzione.

Nell’ambito dei festival internazionali e nazionali la Fnas è presente? Da un contributo?

Dopo la scissione i festival che sono iscritti alla Fnas sono nella maggior parte di piccole dimensioni, realtà che stanno crescendo, innovando e che vanno nella direzione che dicevo prima. Per quello che riguarda i grandi festival, hanno preso una loro strada, procedono in piena autonomia e va bene cosi.

intervista a cura di Roberto Sala