RENZO BOLDRINI, DA “MINIMAL TV” AL “CENTRALINO DELLE FIABE”, PASSANDO PER “RADIO LINA”, FINO A “TEATRO LIM” E “RADIO RAP”. IL PERCORSO UNICO E STRAORDINARIO DI GIALLO MARE MINIMAL TEATRO AD EMPOLI.

Incontriamo Renzo Boldrini, fondatore insieme a Vania Pucci di Giallo Mare Minimal Teatro di Empoli, una delle compagnie storiche del teatro ragazzi italiano, formazione che si è sempre distinta e riconosciuta per la sua particolare ricerca nell’ambito del teatro e le nuove tecnologie. Chiediamo a Renzo una prima riflessione su questo tema oggi più che mai dibattuto dopo la chiusura dello spettacolo dal vivo.

La scena teatrale è la macchina della rappresentazione in costante, storica evoluzione. Così è stato nel corso dei secoli: pensiamo, ad esempio, all’evoluzione della luce: dalle fiaccole nel teatro greco-romano fino all’utilizzo odierno della tecnologia illuminotecnica, utile non solo per scolpire, colorare, in infinite maniere il buio, ma utilizzabile per proiettare sulla scena altri mondi, moltiplicare gli spazi scenografici, narrativi ed emozionali nel gioco della rappresentazione teatrale.

Il teatro è un linguaggio multicodice, macchina dell’illusione, capace da sempre di utilizzare e reinventare strumenti e innovazioni tecniche per potenziare la capacità espressiva dell’attore, il cuore di questa macchina biotecnologica, fornendogli sempre nuove protesi che gli permettano di estendere la sua potenza vocale (pensiamo agli impianti fonici a disposizione) come pure la sua trasfigurazione scenica (utilizzo delle luci), fino all’utilizzo più sofisticato di proiezioni tridimensionali e personaggi virtuali.

Giallo Mare ha fatto il suo percorso ultratrentennale di creazione, di progettualità creativa con questa consapevolezza. I nostri spettacoli, da “Di Segno in Segno” a “Storie Zip” a “Boccascena” a “Bit e Bold”, fino alle nostre ultime produzioni, raccontano di un percorso rigoroso di ricerca che punta a soluzioni drammaturgiche e compositive che “mixino” le materie primordiali del fare teatro con gli alfabeti e gli strumenti della contemporaneità.

La recente emergenza dovuta alla pandemia e la conseguente chiusura al pubblico degli spazi scenici ha fatto letteralmente esplodere il rapporto tra teatro e tecnologia, purtroppo dando vita anche ad uno sterile dibattito sulla contrapposizione fra la naturalità del teatro e l’innaturalità delle nuove tecnologie utilizzate per comporre e/o comunicare teatro.

È per me difficile accettare questa antistorica dicotomia, poco comprensibile soprattutto nel mondo teatrale, nel regno dell’artificio. Forse c’è un grande equivoco su cosa s’intenda per tecnologia. È chiaro o no, che ogni genere di spettacolo teatrale oggi, per attivare almeno un basico piazzato bianco e alimentare anche il più elementare riproduttore musicale, ha la necessità dell’energia elettrica, ovvero una tecnologia sorprendente fino ad un secolo fa, un soffio nella millenaria storia teatrale. Non esiste il teatro digitale, esiste tecnologia teatrale che per le sue molteplici necessità, artistiche o più diffusamente comunicative, in scena o in platea, può usare radio, lavagne luminose, cuffie, dispositivi ottici, telefoni, computer, social, etc…

Fatte queste dovute precisazioni, parlaci di come avete affrontato la pandemia.

Appena chiusi gli spazi di spettacolo ci siamo posti ovviamente la questione del lavoro e della sopravvivenza ma in uguale maniera quella di mantenere un rapporto vivo con il nostro pubblico. Ci siamo chiesti cosa avremmo trovato a fine emergenza se non fossero state messe urgentemente in opera azioni per stare comunque “vicini a distanza”. In realtà non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre continuato a creare cercando di capire quali fossero le pratiche più giuste da adottare: c’è stato un colloquio continuo, da remoto, con gli enti locali, le direzioni didattiche, le insegnanti e con il pubblico in generale.

Subito dopo il primo look down, parliamo del mese di marzo 2020, abbiamo immediatamente dato vita al progetto MINIMAL TV, un’idea attorno alla quale si sono ritrovati tanti artisti diversi, con loro abbiamo realizzato 85 video – racconti e tutorial su come costruire storie. Ogni giorno le pubblicavamo sulle nostre pagine social e sul sito. Siamo andati avanti fino al mese di Maggio inoltrato registrando dei numeri di visualizzazioni di tutto rispetto, parliamo di centomila contatti.

Poi è arrivata l’estate, si è ricominciato a lavorare e ci siamo trovati in autunno, alle porte della nuova stagione, con la sorpresa di veder cadere una per volta tutte le iniziative programmate, ritrovandoci dentro l’ennesima chiusura generalizzata. Per fortuna, nell’inteso lavoro di programmazione avevamo previsto, nell’incertezza, una serie di azioni creative da realizzare con varie strategie e varie platee da remoto.

La prima azione che abbiamo lanciato è stata il CENTRALINO DELLE FIABE, un progetto che abbiamo preliminarmente promosso in maniera massiccia attraverso la radio, la televisione, la stampa e ovviamente i nostri social. Si trattava di mettere a disposizione un centralino dove diversi attori della compagnia raccontavano delle storie. Il pubblico, attraverso un numero, poteva prenotarsi prendendo un appuntamento, nel giorno e nell’ora fissati venivano richiamati e ascoltavano una storia della durata di 5/10 minuti. C’erano più raccontatori in azione anche nello stesso momento e un’intimità teatrale che la telefonata riusciva a restituire sia a noi che a chi chiamava. Abbiamo effettuato circa duecento telefonate e non solo verso i più piccoli. Va considerato che spesso il pubblico si organizzava e grazie al viva voce la storia veniva ascoltata in famiglia o con gli amici, moltiplicando il numero generale dell’utenza che ha partecipato a questo evento. Lo slogan diceva che potevano chiamare bambini dai 3 ai 120 anni e così è stato, anche signore anziane hanno telefonato e chiesto se c’erano storie per loro e sono stati momenti molto emozionanti. Tutto il progetto è stato fornito gratuitamente al pubblico, questo grazie al sostegno che abbiamo ricevuto dal Comune di Empoli e dalla Regione Toscana.

Parlaci adesso di Radio Lina, altro progetto su cui Giallo Mare si è molto impegnata.

Con RADIO LINA abbiamo cercato di spingerci oltre nell’interazione. Se nei due progetti prima citati l’utenza restava invisibile, con questa nuova idea abbiamo cercato un contatto più profondo che potesse prevedere anche un momento di presenza tra artisti e pubblico pur nel rispetto delle norme. C’è stato un lungo lavoro di preparazione, cominciato prima attraverso riunioni zoom con il corpo Insegnante, per spiegare lo svolgersi del progetto e delle diverse fasi in cui si articolava e soprattutto per chiarire che il ruolo degli Insegnati era strategico e tutt’altro che passivo.

L’atto iniziale è stata la consegna alle 63 classi che avevano aderito, di un apparecchio radiofonico. Un personaggio teatrale, Giovannetta, partner ludico di Giovannino Perditutto- liberamente ispirato a Rodari- ha recapitato a ciascuna classe una radio, spiegando come attraverso l’apparecchio si sarebbero potute ascoltare storie ma anche costruirle, contemporaneamente consegnava un calendario delle trasmissioni. Grazie ad un accordo con una radio locale abbiamo avuto degli spazi per far vivere Radio Lina, le trasmissioni avvenivano tutti i mercoledì alle ore 10,30 con replica il giovedì alle ore 14,30, ogni puntata durava dieci minuti e tutte sono conservate e ascoltabili sul nostro sito internet: www.giallomare.it.

Sono previste poi diverse restituzioni: la prima è quella che prevede la produzione di un video finale in cui il personaggio, Giovannino Perditutto, si muove, utilizzando la tecnica di videoripresa in chroma key, che fa agire Giovannetta dentro i disegni e i materiali prodotti dai bambini coinvolti nel progetto. Il video sarà consultabile sul nostro sito e tutti potranno trovarci i contributi da cui lo stesso è nato. Altra restituzione avverrà tra qualche giorno, il 15 Marzo, quando, a trasmissioni terminate (10 Marzo), Giovannetta andrà a raccontare nelle scuole l’ultima avventura di Giovannino Perditutto sfruttando cortili, le finestre con i ragazzi affacciati, sfruttando ogni possibilità per un’azione “live” di circa 20′ ispirata ai materiali che da quella Scuola sono stati inviati.

Nei mesi successivi, quelli che porteranno alla fine dell’anno scolastico, saremo ancora in pista, con nuovi progetti, il primo si chiama TEATRO LIM, andrà da metà Marzo a Maggio, coinvolgerà classi delle Scuole Primarie, prevede la produzione di video ci circa 20′ ciascuno che verranno visti attraverso le lavagne interattive multimediali, LIM, di cui molte classi sono già dotate e dove sarà possibile interagire.

Per i bambini della Scuola dell’Infanzia, che non hanno le LIM, manderemo invece un postino che ogni 20 giorni consegnerà una chiavetta usb contenente una storia da guardare. Sono storie semplici, ad esempio “Cappuccetto Rosso” ma ogni volta raccontate diversamente, potranno ascoltare la fiaba dal punto di vista del Lupo, poi da quello della Nonna e ogni volta la stessa storia si modificherà creando situazioni nuove ed inaspettate. Le Insegnanti poi ci gireranno attraverso what’s up i disegni che i bambini avranno realizzato e su quelli costruiremo ancora materiali e mondi che poi restituiremo agli stessi bambini.

Altro progetto pronto a partire è RADIO RAP, riservato ai più grandi, ai ragazzi delle Scuole Secondarie, che cercherà di coinvolgerli attraverso il linguaggio della musica rap, vedremo anche in questo caso come attivare un contatto, un’interazione, una maniera di stare vicini e continuare ad esercitare quella cosa irrinunciabile per gli esseri umani che è la comunicazione.

Tutto questo mentre in teatro, usando tutte le possibilità tecnologiche che la macchina teatrale contemporanea ci offre, allestiamo le nostre creazioni per essere presentate, speriamo prima possibile, ad una platea nei teatri riaperti. Un teatro che continuerà, anche domani, a pensare al territorio nel quale agisce come una scena diffusa dove continuare ad utilizzare qualunque protesi creativa per potenziare il nostro rapporto artistico e comunicativo con i nostri pubblici fidelizzati e potenziali.

intervista a cura di Marco Renzi